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Conclusa ieri mattina la tappa di “Viaggio in Italia” promossa dalla fondazione Bellonci

Il Quotidiano – Venerdì 26 marzo

Quando gli scrittori si raccontano

Montesano e Piccolo con gli studenti del “Loperfido” e del “Duni”

Giuseppe Montesano che ricorda la vittoria del premio Viareggio, Francesco Piccolo che invita a scrivere per tentare di far andare la vita dove vogliamo noi e non dove vogliono gli altri”. Ieri mattina nell’aula magna dell’istituto “Loperfido”, di fronte ad una giovanissima platea di studenti, i due scrittori hanno risposto alle domande del pubblico.
È stato grazie all’iniziativa “Viaggio in Italia”, il programma di letture e incontri con i protagonisti della narrativa italiana organizzato dalla fondazione Bellonci, promotrice del premio strega, che la città dei Sassi ha avuto il privilegio di ospitare due grandi nomi della narrativa contemporanea.
Montesano e Piccolo hanno dimostrato un’innata capacità di comunicare con i ragazzi. Le domande hanno preso spunto sia dall’analisi dei romanzi (“Allegro occidentale” di Piccolo e “Di questa vita menzognera” di Montesano) sia da tematiche inerenti l’attualità.
“Spesso i mezzi di comunicazione è come se parlassero tra di loro in un linguaggio che diventa linguaggio segreto e voi giovani dovete capire il mondo per altre strade. Con gli attuali mezzi di comunicazione è una specie di teatro ed è dietro questo teatro che c’è la vita delle persone. I romanzi, invece, raccontano la vita delle persone dal nostro punto di vista”.
Montesano ha anche spiegato la funzione del dialetto napoletano nel suo ultimo romanzo, una forma espressiva che delinea i personaggi: “Sono immerso da una vita nel rumore del dialetto – ha detto – al quale ho sempre cercato di sfuggire. Ho sempre cercato di sfuggire al dialetto, ho odiato la poesia dialettale. Dopo anni mi sono riconciliato”.
Quello di Montesano è un laboratorio dello scrittore dietro le quinte: “Scrivo su un taccuino o su quaderni delle frasi e una quantità impressionate di nomi. Poi accade qualcosa, tutto questo materiale che sembra non avere senso (ad un estraneo, ad esempio, sembrerebbe solo un mucchio di personaggi) assume una forma, una storia. Su cento pagine novanta spariscono e le dieci restanti diventano fondamentali. Il mio ultimo libro ha preso forma dopo l’undici settembre quando ho trascorso momenti di malessere molto forti, credo che sia stata una questione collettiva”.
Molteplici le domande rivolte all’autore di “Allegro occidentale” che hanno riguardato la sua autobiografia in viaggio, narrata in prima persona da Mister Piccolo. “Il protagonista in viaggio si porta dietro la sua vita (moglie, amici, casa) – ha dichiarato -, il suo è un viaggio antiliberatorio. Mister Piccolo parte come una persona che non conosce la ricchezza. Una volta conosciuta, l’educazione al privilegio si trasforma in maleducazione all’esistenza”.
Piccolo si è soffermato anche sul periodare ossessivo che caratterizza i suoi libri: “Il narratore è un ragionatore. Penso che gli scrittori hanno a che fare con le ossessioni e io riconosco in me questo rapporto quasi morboso: fissarsi sulle cose, girarci attorno fino a spolparle.come scrittore cerco la verità nelle cose minuscole”.
Gli studenti dell’istituto Loperfido non hanno potuto leggere il libro di Piccolo in versione integrale, sono state infatti censurate alcune pagine riguardanti l’esperienza del protagonista con una prostituta. “l’importanza di questo capitolo è fondamentale – ha detto Piccolo -. Il capitolo sulla prostituta nigeriana mette in luce un degrado sociale che è sotto casa mia”.
Viaggio in Italai si è svolto in città con la collaborazione dell’assessorato alla Cultura del comune di Matera, dell’associazione culturale Energheia e della libreria dell’Arco.