I racconti del Premio Energheia Europa

Nessun’altro, Maily Lemaire

Racconto Vincitore Premio Energheia Francia 2024

Traduzione a cura di Katia Basile

Mi chiamo Alaina e ho appena sentito il mio cuore spezzarsi, ancora una volta. Il mio cuore si spezza, non saprei spiegare come lo so. È una sensazione, una percezione. È come quando il freddo si insinua in tutte le fibre del nostro corpo : ci afferra, ci trafigge. È la stessa cosa. Sento il mio cuore ridursi a pezzi. Eppure, un barlume di speranza continua a far battere i pezzi che costituivano il mio cuore. La prospettiva che la vita lo sostituisca costantemente sul mio cammino mi fa ritenere che non sia banale. Occupa un posto nella mia vita in qualche modo. Mi piacerebbe spiegargli che è lui che sarà sempre nel mio cuore anche quando gli anni saranno trascorsi e la gioventù mi avrà abbandonato. Mi ha insegnato cosa significava amare una persona. È la mia ancora di salvezza quando le cose vanno male, la spalla su cui posso piangere e la risata che ho bisogno di sentire per curare le mie ferite. Ma come fare quando è proprio lui che mi fa piangere e che persino in questi istanti è a lui che il mio cuore si rivolge per essere tranquillizzato ?

Questo amore è contemporaneamente sinonimo di complicità e di conflitto, di felicità e di sofferenza, ma soprattutto di speranza e di disillusione.

Il dizionario riporta che l’amore è una «inclinazione di una persona per un’altra, di carattere passionale e/o sessuale». Si può anche sostenere in generale che l’amore è una debolezza e una forza. È una definizione abbastanza riduttiva per un sentimento che ci trascende.

Per me, l’amore è molto di più. Un giorno, trovate qualcuno, forse non la persona che attendevate. Non avete forse niente in comune, ma quando la guardate comprendete all’istante. Comprendete in fondo a voi stessi che è questa persona e nessun’altra. Comprendete che è la persona che vi è destinata. A quel punto, scegliete di amarla. E scegliete di amarla ogni giorno.

È una questione di determinazione. L’amore è desiderare la persona completamente e interamente, nelle belle e nelle brutte giornate. L’amore è pensare al benessere dell’altra persona e se ciò significa dover abbandonare la propria vita, allora lo fate. Perché voi l’amate. E non potete concepire di essere la causa della sua sofferenza. Ma l’amore non è cosa facile. Si attraversano dolori, difficoltà, litigi. Eppure, non vi è giudizio o pregiudizio nell’amore. È un sentimento puro e disinteressato che celebra la bontà dell’altro e trova la sua gioia nel semplice atto d’amare. È un legame profondo tra le anime, uno slancio di tenerezza e una comprensione infinita. È l’essenza della vita, pura e incondizionata che vi fa vivere. L’amore è il mormorio dell’anima e il destino che unisce due cuori. È un sentimento meraviglioso essere amato.

In fin dei conti, si ama. E si ama fortemente perché se non lo si fa, ci si ritrova perduti e soli.

Se ci si sente soli, è sicuramente perché come diceva inizialmente Aristofane, gli Uomini avevano quattro gambe, quattro braccia, due sessi e una testa con due volti. Gli Uomini androgini erano così perfetti che si sentivano letteralmente le ali ai piedi. Erano talmente felici con la loro metà che si sentivano soli al mondo e non avevano bisogno di nessun altro. Dimenticavano persino di pregare gli dei e di onorarli. Zeus non apprezzava affatto questa felicità e soprattutto diffidava del potere di questi Uomini. Ragion per cui, per coprirsi le spalle, Zeus decise di distruggere la loro felicità separandoli. Questi Uomini, ritrovandosi soli, erano meno forti, meno pericolosi. Questa separazione infranse il loro cuore. Si videro separati dalla loro metà, dalla loro anima gemella. Sentendosi fragili e incompleti, gli uomini cercano soltanto una cosa : ritrovarsi al fine di sentirsi nuovamente e pienamente interi, forti e potenti.

La nostra anima gemella finirebbe allora per incontrare il nostro cammino. Si unirebbe a noi in questo viaggio. Eppure Platone sostiene che quando due persone si innamorano è perché si riconoscono. Si dicono all’improvviso : «ma ti ho sempre conosciuto/a, ci sei sempre stato, tu non sei sul mio cammino, tu sei il mio cammino». Ciò significa che l’essere amato non è soltanto una meta da raggiungere, ma piuttosto il viaggio stesso, la via attraverso cui si ritrova il significato e la pienezza nella vita.

Comprendo allora che la sua presenza nella mia vita non è banale. È molto di più. Quest’idea fa palpitare i pezzi infranti del mio cuore.

Ma il mio cuore resta davvero infranto, a pezzi, annientato. L’amore che sento non è reciproco, proprio come l’amore di Petrarca verso Laura de Noves. Le sue poesie dedicate alla sua musa mi riportano ad un amore diverso. L’idea di Petrarca di amante assente si riferisce spesso al dolore e alla sofferenza provati dall’amante quando l’oggetto del suo affetto non è fisicamente presente o ancor peggio quando questo amore non è reciproco. Questa assenza può essere fisica come quando la persona amata è assente o emotiva, quando l’amore non è condiviso allo stesso modo dall’essere amato. I suoi scritti descrivono sentimenti di desiderio, di frustrazione, di tristezza e talvolta persino d’abbandono. Malgrado ciò, l’amante continua ad amare e idolatrare l’essere amato pur sapendo che questo amore non sarà mai pienamente compiuto.

L’amante assente, l’amore non reciproco, queste espressioni risuonano in me a tal punto da non poterle ignorare. Catturano perfettamente questa sensazione di desiderio ardente che provo per questa persona che non può essere pienamente presente nella mia vita. Il dolore dell’assenza, il tormento del desiderio inappagato, tutto sembra così familiare nei versi di Petrarca. Eppure c’è sempre una certa bellezza in questa sofferenza, una poesia nell’atto di amare qualcuno malgrado il dolore che ciò può provocare.

Tuttavia il dolore di perderlo mi è più insopportabile che saperlo con un’altra persona. Mi aggrappo disperatamente? Sicuramente. Ho ragione di credergli quando lui dice che la vita ci riunirà come lo ha già fatto in precedenza ? Voglio crederci. Voglio credere in un momento in cui io sarei il suo unico amore, la sua unica priorità. Voglio credere ad una vita nelle sue braccia. Sarebbe solo un’illusione ? Un’illusione del cuore. Lo amo a tal punto da non discernere l’illusorio dal reale ? Sicuramente. Ma per questo cesserò un giorno di amarlo ? No.