Alla ricerca di Fedro, Marie-Amélie Huard de Jorna
Premio Energheia Sorbona 2024
Traduzione a cura di Katia Basile
1a parte
Inizio aprile 1979, camera di Per O.E., scrittore svedese, Rue de Rivoli, Parigi.
Dalla mia finestra parigina il vento nelle foglie dei tigli e degli olmi del giardino delle Tuileries distoglie la mia attenzione. Il vento è una forza invisibile capace di turbare gli uomini così come il loro ambiente. Mi ha sempre emozionato molto. Lo vedo soffiare, ma non lo sento, protetto da una finestra che non è la mia, ma che mi ripara così come le pagine bianche adagiate davanti a me che mi accompagnano durante il mio soggiorno. Amo scrivere davanti ad una finestra e vedere la vita che si agita attraverso questa cornice. Oggi sono qui, seduto alla mia scrivania e mi appresto a scrivere. Eppure penso a lei e lei trattiene le mie parole. Questa scrittura comincia a ossessionare i miei pensieri.
Ho scelto di fermarmi qualche settimana a Parigi per trovarla ma devo confessarlo, non ci riesco. La mia pagina resta vuota della sua presenza. Dov’è lei? Il tempo scorre dietro alla mia finestra e la mia pagina resta vuota. Fra alcuni giorni l’Italia mi accoglierà. Dispongo di poco tempo per trovarla.
***
Per osservava il tempo sfilare sotto i suoi occhi mentre la primavera si insediava a Parigi. Il verde tenero delle foglie illuminava gli alberi e le strade che sembravano particolarmente cupe in quel periodo. Una specie di inquinamento aveva annerito le facciate. Parigi non si abbigliava della sua tipica luminosità ma dell’oscurità sopraggiunta in quel periodo. Tuttavia, la vicinanza del giardino delle Tuileries addolciva la vista e calmava le tensioni di Per quando osservava gli alberi dall’altro lato di Rivoli. Gli comunicavano l’arrivo di una primavera promettente mentre apriva la sua finestra e sentiva l’aria fresca entrare e sollevare le sue pagine.
Qualche giorno prima dell’arrivo di Per a Parigi, la rivolta degli operai siderurgici della Lorena si era conclusa. Per l’aveva scansata per poco. Avrebbe certamente apprezzato l’effervescenza di questa rivolta animata dalla convinzione e dalla forza di combattere di questi uomini giunti a marciare nelle vie parigine e a manifestare il loro bisogno di esistere, di vivere.
È questo bisogno di esistere che riecheggiava nuovamente nei pensieri di Per mentre pensava a lei. Alla lettura dell’opera di Racine, Fedra aveva generato in lui una strana collera. Non riusciva a spiegarsela. Da quando questa sensazione era comparsa, Per aveva riposto le sue speranze di comprenderla nelle parole che destinava a queste pagine ancora bianche.
Fedra era una donna inafferrabile. Sembrava così onnipresente nei suoi pensieri eppure altrettanto impalpabile. E le pagine di Per restavano ostinatamente vergini.
Di fronte a questa situazione, un mattino, di buon’ora, mentre i suoi pensieri turbavano il suo sonno e il sole non aveva ancora scacciato la notte, Per si era alzato e aveva deciso di camminare nei dintorni alla ricerca di Fedra. Questa donna esisteva forse da qualche parte nelle strade che lo circondavano. Gli bastava trovare un po’ di lei in prossimità di un luogo, abbastanza per scoprirla un po’ meglio, per comprendere chi fosse e il potere che esercitava su di lui. Per scese le scale e attraversò il portico, attento alla quiete del mattino. Parigi era ancora irrorata da questa debole luminosità che annuncia l’agitazione della giornata incombente. I suoi passi risuonavano sui marciapiedi mentre percorreva la strada in direzione Rue Saint -Honoré. Camminava con tranquillità, approfittando di ogni passo per apportare una nuova ispirazione ai suoi pensieri. Questa passeggiata mattutina assaporava la freschezza primaverile e la città appena sveglia. Svoltò per Rue du Mont Thabor e proseguì il suo cammino senza uno scopo preciso. Incrociò una donna mattiniera dall’andamento elegante e dal passo leggermente spensierato che usciva da un edificio. Una calma molto piacevole si sprigionava dai suoi movimenti. Passando alla sua altezza sentì il fruscio del suo vestito colorato di media lunghezza, controcorrente rispetto alla moda del momento. Come se fosse vestita di una voglia di libertà e di vivere a modo suo. La danza del suo tessuto provocata dal suo passo attirò lo sguardo di Per. Gli evocò lo sbocciare di un fiore, forse una peonia. Un fiore di città che danzava sul marciapiede. Camminava dunque vagabondando per le strade senza una meta, alla ricerca di una scintilla che gli mancava. A dire il vero, non si trattava tanto di un’ispirazione mancante quanto di una comprensione della personalità di Fedra e in particolare della collera nata dalla lettura della sua storia. Fedra era una personalità complessa che occorreva ammansire.
Per prese il primo incrocio a destra e si diresse verso Rue Saint Honoré. Esitava lungo il cammino. Non era molto importante di per sé. All’infuori di Fedra, non cercava niente di preciso. Attraversò Place Vendôme dove le luci artificiali della notte lasciavano gradatamente il posto alla luce del giorno che avrebbe ben presto inondato le strade. Poche persone camminavano per le strade a quell’ora. La freschezza del mattino era piacevole e gli ricordava le temperature del sud della Svezia con questa dolce luce che detiene il potere di calmare gli uomini e di stimolare i loro pensieri. Arrivato all’angolo di Rue Casanova, decise di ripartire verso le Tuileries. I giardini avrebbero aperto i loro cancelli di lì a poco e camminare sotto le fronde degli alberi gli diveniva indispensabile. I suoi passi lo conducevano verso Rue de Rivoli, non lontano dall’edificio in cui aveva affittato questa camera dove scrivere la sua opera. Alcuni passi lo separavano dal giardino delle Tuileries. Avanzava con tranquillità. Questo ritmo gli apportava la serenità necessaria alla creazione. Scrivere gli richiedeva la tranquillità delle sue ispirazioni, adagiarle sulla carta. Nell’avvicinarsi ai cancelli delle Tuileries ancora chiusi vide un uccello posarsi sulla sommità del ferro forgiato, con una piuma nel becco.
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Questa piuma è un’idea eccellente! Scriverò quest’opera a mano. Sarà una prima volta. Questa relazione con Fedra ha qualcosa di viscerale che dovrò far evolvere in parole. Questa collera che non riesco a comprendere può solo essere trasformata in energia per la mia opera. Ti ringrazio uccellino dallo sguardo brillante per questo suggerimento. Prendere la penna mi riavvicinerà a Fedra e mi permetterà infine di appropriarmi delle mie pagine. Siamo a martedì, parto in Italia alla fine della settimana, ho il tempo di creare la mia opera.
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Per camminava nel giardino fiancheggiando i tigli e alcuni olmi perfettamente allineati. Regnava un tale ordine in questi giardini alla francese. Eppure la natura non ne era snaturata. Il vento che vedeva volteggiare nelle foglie dalla finestra della sua camera gli offriva in quel momento la musica degli alberi. Alcuni uccelli cantavano, altri svolazzavano alla ricerca di ramoscelli per il loro nido in costruzione. Per si sentiva come questi uccelli, alla ricerca di materiale per un’opera da creare. Da una pagina bianca far nascere un testo, una storia, un messaggio. È proprio là la magia che lo scrittore teneva per le mani. Un’idea poteva pur sempre costituire un ostacolo, poco importa. La vita rivelava tanti segreti che dedicarle una nuova attenzione avrebbe apportato sicuramente qualche soluzione.
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Mi interrogo comunque. Il personaggio di Fedra mi colpisce. Come avvicinarla? Desidero scrivere questa rabbia che la lettura del suo destino suscita in me. Un sentimento quasi violento ma altrettanto delicato. È questa verità che desidero introdurre nelle mie righe! E finalmente scriverla, scrivere una verità. Non la sola verità, ma aggiungere una verità, uno sguardo a ciò che si crede di vedere. Scrivere è un compito semplice e allo stesso tempo arduo in cui risiede probabilmente tutta la bellezza dell’esercizio. Trovare un’armonia tra il conflitto delle parole e dei pensieri, modellare un’idea come se si scolpisse la materia.
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Su questi pensieri, Per si incamminò verso la sua camera. Attraversò Rivoli e salì i gradini dell’edificio fino a riprendere posto davanti alla scrivania con lo sguardo inebriato dai movimenti delle foglie che continuavano le loro ondulazioni trascinate dal vento. Aprì la finestra per sentire il linguaggio dei tigli trascinati fino a lui dalla forza invisibile del vento. Prese allora la sua penna per dare vita a questa nuova Fedra.
2a parte
Per aveva infine iniziato la scrittura della sua opera. Eravamo a martedì e la serata si stava avvicinando. Aveva lavorato tutta la giornata, intervallata da una breve pausa, per ristorarsi in un bistrot lì vicino. Una volta risalito al piano, riprese la sua opera fino alla sera nascente.
La sera arrivava e mentre Parigi si illuminava, Per posò la sua penna, radunò le pagine già scritte della sua opera. L’inchiostro si era seccato. Alcune cancellature sembravano dei cambiamenti di idee sulle righe e i dialoghi dei personaggi non sembravano ancora pronti per affrontare il lettore. Per scese le scale che lo conducevano al mondo esteriore e riprese a camminare nel quartiere. Sentiva ormai il bisogno di costeggiare le luci della notte. Il primo quartiere poteva bastargli, ma un desiderio di spingersi fino all’Opéra modificò il suo percorso. Prese la Rue du 29 Juillet per raggiungere l’Avenue dell’Opéra quando bruscamente cambiò idea per recarsi alla Comédie française. Per aveva cominciato la sua opera, Fedra non si consegnava totalmente allo scrittore che camminava per le vie di Parigi.
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Fedra so che giochi con me. Il tuo autore ti ha reso una donna incredibile, fatta di passione e di contraddizioni, di apparenze e sfortunatamente per te, di una sorta di vuoto. Quale destino mostri.
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Una donna borghese avanzò verso Per non appena mise piede sulla Piazza della Comédie française. La serata era bella e l’animazione del quartiere riscaldava l’aria che si stava rinfrescando. La donna si avvicinava sempre di più e non sembrava voler deviare la sua strada. Si approcciò a Per con un sorriso appena abbozzato e gli disse « Signore, non sono quella che state cercando, ma lei è dappertutto intorno a lei». E su queste parole andò via con passo sostenuto per scomparire all’angolo di Rue Richelieu. Divenuta invisibile a Per si diresse verso Rue de Montpensier. Per restò un istante senza parole davanti a questo intervento inatteso del destino. La piazza si riempiva di spettatori venuti a vedere l’opera proposta alla Comédie française. Circondato dalla folla, Per restava in piedi e immobile ad osservare la via parigina agitarsi e ripensava a Fedra e alla maniera con cui Racine gli faceva vivere la sua vita, alla rivolta che Per sentiva ad ogni forma di assenza della libertà di essere se stesso, al rischio di perdere il significato della propria vita. Questa donna aveva ragione, molti individui vivevano nelle apparenze, lontano dalla verità della loro vita, dell’identità che li rendeva davvero se stessi.
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3a parte
Le vie cominciavano ad animarsi leggermente via via che la luce del giorno spuntava. L’odore dell’animazione del mattino imbalsamava l’aria e un odore di caffè solleticò le narici di Per che era uscito per proseguire le sue passeggiate alla ricerca di Fedra. L’aroma del caffè appena pronto invitò Per, grande amatore di caffè, a sedersi in un bistrot. Ordinò un caffè un po’ forte come si poteva apprezzare nel suo paese. La musica delle tazze e dei bicchieri che si urtavano rivelava l’atmosfera dei luoghi in questo mattino di primavera. Una coppia prendeva posto in un tavolino non lontano da Per. Sentì l’uomo parlare della rivolta che si era tenuta a fine marzo a pochi isolati da lì. Per prese il suo taccuino per annotare alcune parole che lo raggiunsero. Scriveva con la sua scrittura sciolta le parole vita, crollare, combattimento, resistere, lotta e infine vivere. Il suo caffè era ben caldo e del fumo volteggiava sul liquido nero. Questo caffè gli fece del bene e lasciò per un istante il conflitto che persisteva nelle sue idee ogni qualvolta Fedra vi faceva irruzione.
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Bevo il mio caffè con un certo sollievo. È scuro e forte. Il mio tavolo è all’esterno tra la vetrina del bistrot e i passanti. Da là posso guardare la gente passare e sentire i loro profumi al loro passaggio. Amo il ritmo di questo quartiere. Aleggia nelle strade che circondano la mia camera un’eleganza molto rilassante. Un ritmo quasi lento, fuori dal tempo, malgrado un contesto di tensione sociale ancora recente. Il quartiere ispira al mio lavoro una dolce atmosfera benefica. I miei sentimenti si acquietano rispetto alla collera che mi ispirava ancora recentemente la vita di Fedra. I luoghi contribuiscono in gran parte, ne sono sicuro e il mio caffè è altrettanto nero. Mi resta ancora da risolvere questo mistero che circonda Fedra ma il mio stato d’animo cambia. Sento che mi occorreranno diverse bozze per inquadrare la storia della mia opera. Tuttavia comincio con un nuovo punto di vista.
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I propositi tenuti dalla coppia affianco al tavolo di Per hanno avuto il potere di bloccare i suoi pensieri per Fedra. La rivolta degli operai è ciò che mancava a Per. Realizzò ben presto che Fedra viveva per procura e che doveva sentirsi inutile per gli altri e ancor più per se stessa. Questa verità è il cuore della storia di Fedra per Per. Si girava intorno senza percepirla ma questa rivolta operaia è stato l’elemento rivelatore per lo scrittore. Ribellarsi per esistere è l’energia che Per doveva infondere al suo testo. La verità è l’importanza dell’esistenza nella sua essenza di fronte al mondo. Consacrarsi ad invecchiare per gli altri ha un senso completo solo se non ci si dimentica lungo il cammino. Nel bere il suo caffè la questione della verità appariva sotto una nuova luce agli occhi di Per. Non lo sa ancora in questa fase della scrittura della sua opera che necessiterà di diverse versioni, ma Per ha appena compreso la verità che cercava.