Lama Loco di Pino Creanza
La storia, in tono volutamente farsesco, ironico e giocoso, è una sorta di percorso iniziatico in cui il
protagonista attraversa reiterate fasi di metamorfosi, dissoluzione e ricomposizione, una sorta di
meditazione sulla vita intesa come ciclo continuo di nascita e morte.
Il protagonista principale è Lama Loco, una specie di bonzo errante con un solo occhio e monco di
una gamba, che vive una odissea iniziatica di continue trasformazioni, andando ciclicamente
incontro a morte e rinascita, fino alla totale dissoluzione, che paradossalmente lo riporta al punto
di partenza.
In questa sua avventura si trova ad affrontare un feroce energumeno, Lama Stummo, che senza
motivo apparente ha come unico desiderio quello di annientarlo; il duello che li contrappone vede
Lama Loco vincitore, ma il premio che consapevolmente lo attende è un massacro rituale, in cui
viene ridotto in poltiglia, cotto e poi consumato/interiorizzato da una comunità di monaci assorti
in contemplazione.
Lama Loco transita così nell’Oltremondo, una sorta di limbo o stato di Bardo, dove accetta di
misurarsi con una serie di divinità irate che rappresentano i vizi che deve trascendere con il suo
reiterato sacrificio: essere divorato, digerito ed espulso, ogni volta mutato nella sua forma sottile.
L’ultima metamorfosi lo trasforma in un quadrupede in calore, che erra nell’Oltremondo alla
ricerca del suo partner, con cui infine si accoppia, realizzando all’ultimo istante che egli/ella altri
non è che Lama Stummo, il suo doppio, la sua opposta polarità.
Cessano così le distinzioni, gli opposti si ricongiungono e Lama Loco si risveglia alla sua normalità,
non senza portarsi dietro un residuo della sua avventura esoterica: un animaletto che lo adora e lo
perseguita al tempo stesso.
La storia è organizzata in 7 brevi capitoli inframmezzati da 6 “Sogni”, sequenze di tavole mute sul
tema della metamorfosi.
Chiude il libro una “intervista” che, restando nel tono complessivo del lavoro, esplicita il senso
degli avvenimenti.




