Le parole dei giurati

Il Premio Energheia: scrittura e democrazia, Alessio Arena

Presidente Giuria Premio Energheia 2023_XXVIII edizione.

Il Premio “Energheia” rappresenta ormai una solida istituzione culturale nota a livello nazionale e internazionale.
Far parte della giuria del Premio costituisce, pertanto, un raro onore, ma anche un onere; una responsabilità nei confronti di una tradizione che deve essere confermata e rinnovata edizione dopo edizione. Consultare, insieme con le eccellenti colleghe giurate Beatrice Cristalli e Jennifer Guerra, i testi di autori e autrici di valore è stata un’occasione preziosa per riflettere sul ruolo della scrittura nel nostro tempo e sulle sue possibilità come effettivo strumento di dialogo tra individui, generazioni e culture diversi.
La presenza, tra i vincitori, di autori giovani che si sono cimentati in opere complesse, originali e coraggiose sicuramente dà speranza per quanto riguarda la prossima generazione di narratori. La partecipazione, inoltre, di autori più maturi in termini d’età conferma che, come testimoniato nella storia della nostra letteratura da numerosi casi illustri, tra i quali quello del siciliano Gesualdo Bufalino, la letteratura talvolta necessita di tempo per maturare al meglio e, alla fine, strutturarsi nella sua forma migliore.
La cerimonia di premiazione ha offerto numerosi spunti di riflessione sia dal punto di vista creativo, sia da quello meramente teorico. In tanti, tra coloro che sono intervenuti, hanno fatto riferimento a una dimensione artigianale della scrittura: quest’ultima è intesa, dunque, come il risultato di un attento labor limae. La parola, che di per sé è scultura solida e compiuta, si rivela, ancora una volta, materia quasi
grezza che deve essere ulteriormente e attentamente lavorata dall’autore, per essere poi incasellata in una struttura più ampia e complessa.
D’altro canto, come di consueto, in molti hanno fatto riferimento all’aspetto più introspettivo del lavoro letterario: la scrittura come occasione per sentirsi vivi, fotografarsi, immortalando stati d’animo. Altri ancora si sono concentrati sull’idea giusta, il punto di partenza e poi sul suo svolgimento: la storia, le sue forme e le sue intenzioni.
Il risultato complessivo, dunque, è stato una lezione di scrittura creativa condotta da addetti ai lavori, ma anche da semplici appassionati, le cui testimonianze costituiscono uno spunto importante per mettere in discussione tutto ciò che tendiamo a ripetere intorno al “mestiere di scrivere”.
A parere di chi scrive, uno degli scopi fondamentali della letteratura è stimolare domande sui grandi e piccoli interrogativi del nostro tempo, mettere in discussione le certezze strategicamente propinate da chi, troppo spesso, nelle nostre società feroci e spregiudicate, compie abusi di potere limitando la libertà altrui per garantirsi privilegi. La letteratura è strumento trasparente della democrazia che non rinuncia a grazia e leggerezza, che si rivela non un lusso, ma un bene comune fondamentale. Scrivere è, pertanto,
l’occasione di partecipare a una rivoluzione quotidiana con delicatezza potente e aggressiva. Sulla consapevolezza di tale partecipazione si fonda l’impegno letterario ad ogni livello, l’opportunità di continuare a costruire senza dimenticare il passato, gli errori altrui e quelli nostri.