L'angolo dello scrittore

Predominio: sua utilità ed eccessi.

_di Roberto Vacca

Se hai studiato molto, avrai trovato soluzioni a problemi tuoi e anche ad altri di aziende, città, nazioni o anche del mondo intero. Vorrai forse migliorare le sorti di tanta gente. Anche loro vogliono stare meglio. Alcuni apprezzeranno le tue idee – altri no. Anche chi comunica bene ha difficoltà a farsi ascoltare. Se è credibile o fortunato o molto energico, le sue idee predominano su altre. Predomina e consegue prestigio, che si estende spesso ad altri campi. A certi premi Nobel si riconosce un’autorità totale su tutto: medicina, politica, pace, economia, filosofia. Certi gruppi umani predominano su altri in conseguenza di complesse evoluzioni e contese. Spesso le storie di questi processi sono mal note.

In India c’è la struttura delle caste – dalle alte privilegiate alle basse e agli intoccabili, che si è evoluta e attenuata, ma ancora rimane. I nobili in Europa avevano privilegi che la storia ha annullato. In Giappone fino al 1871 erano cittadini di seconda categoria i burakumin insediati in villaggi e campagne.

Gli schiavi erano comprati e venduti nelle storie bibliche (come individui o come l’intero popolo trasferito a forza in Egitto e in Babilonia), greco-romane, americane, statunitensi, etc. Dopo la diaspora, gli ebrei migrati in Europa e Maghreb avevano diritti limitati più o meno duramente; subivano espropri, pogrom ed espulsioni. È noto che il genocidio nazista di ebrei e rom fu il delitto più immane della storia. Altri popoli sono stati sterminati (amerindi, asiatici, africani, tasmaniani); di alcuni non è restata traccia. In tempi recenti sono stati uccisi a centinaia di migliaia curdi, tutsi, siriani, libanesi, rohingya.

I dominatori e depredatori sono motivati da avidità e sete di conquista Queste si accompagnano spesso alla convinzione di essere superiori: il Popolo Eletto da Dio (Israele), Herrenvolk (il popolo dei signori) nazista.

La tendenza al predominio definisce spesso un gruppo, non definito etnicamente, considerato inferiore (nemico o dannoso) da sterminare, scacciare, mettere in condizione di non nuocere o, comunque, tenere in condizioni disastrate.

Vediamone esempi e cominciamo con i malati mentali. Nel 1680 furono fondati a Parigi i primi due manicomi: Bicètre per i maschi e Salpêtrière per le femmine. Chi era considerato squilibrato era ricoverato forzosamente dopo reclami di parenti, vicini, preti.

Negli Stati Uniti il ricovero dei malati di mente venne deciso sempre più spesso da psichiatri, spesso incompetenti. All’inizio della II Guerra Mondiale il generale W.C. Menninger, psichiatra del Surgeon General Office, scrisse il “Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali”. Fu usato [e versioni aggiornate sono ancora in vigore] per esaminare le condizioni dei 15 milioni di cittadini richiamati alle armi: il 12% non furono arruolati perché ritenuti affetti da disturbi mentali. Menninger sosteneva che tutti noi saremmo disturbati mentalmente in qualche misura e in qualche periodo della vita. Questa opinione ispirò per decenni gli psichiatri americani a diagnosi positive di malattia mentale. A Chicago nel 1960 i coniugi Duzinski [ebrei polacchi sopravvissuti ai campi nazisti e naturalizzati americani] furono derubati dal loro portiere di una grossa somma. Lo denunciarono, ma il ladro disse alla polizia che erano notoriamente pazzi. La Clinica di Igiene Mentale di Cook County confermò la diagnosi e li fece ricoverare nell’ospedale statale di Chicago. Il marito. privo di spiegazioni, si suicidò dopo 6 settimane.

L’ultima legge firmata dal Presidente Kennedy istituì centri comunitari per la salute mentale. Rese le cure mentali più libere e razionali. I suoi difetti furono accentuati dalle legislazioni successive. È ben noto che in Italia la situazione è migliorata begli ultimi decenni.

In certa misura in molti paesi i diritti dei malati mentali sono conculcati tanto da poterli considerare come perseguitati. La loro situazione presenta analogie con quella delle donne accusate di essere streghe dal Medioevo in poi. Erano condannate per indizi ridicoli [segni sulla pelle, insensibilità al dolore constatata da”pungitori di streghe” professionisti. Dal 1450 al 1750 furono bruciate decine di migliaia di streghe: Nel 1693 una ventina di persone accusate di stregoneria furono impiccate a Salem, Mass. Le ultime due furono bruciate in Svizzera nel 1782 e in Prussia nel 1822. In India e Arabia Saudita l’usanza perdura (raramente) anche oggi.

L’espressione “caccia alle streghe” si usò per la persecuzione dei comunisti da parte del senatore McCarthy (che sosteneva l’identità di comunisti e e omosessuali). Anche gli omosessuali subirono ingiustizie in vari paesi. In altri paesi sono invece trattati normalmente e organizzano manifestazioni in cui dichiarano il loro orgoglio.

Crudeltà gratuita, razzismo, intolleranza violenta vanno combattute senza sosta.