L'angolo dello scrittore

Orologio binario da nerd

_di Roberto Vacca
Esistono da parecchi anni orologi binari. Potremmo chiamarli “da nerd”
perché chi li porta deve spiegare come funzionano e con ciò si da’ una patente di
nerd o tecnologo “nato digitale” [detto anche “geek”] Segnano il tempo con due
file di lumini o spie.
La superiore mostra l’ora e ne ha 4 che, a partire da sinistra
corrispondono ai valori 8 4 2 1. Segnano dunque le ore da 0 a 12 con le
configurazioni seguenti – ove la spia accesa è indicata con 1, spenta con 0
0 0 0 0 0
1 0 0 0 1
2 0 0 1 0
3 0 0 1 1
4 0 1 0 0
5 0 1 0 1
6 0 1 1 0
7 0 1 1 1
8 1 0 0 0
9 1 0 0 1
10 1 0 1 0
11 1 0 1 1
12 1 1 0 0
La fila inferiore di spie mostra i minuti e ne ha 6 che corrispondono
partendo da sinistra ai valori: 32 16 8 4 2 1. Se sono
tutte spente indicano il minuto zero. Indicano il minuto 59 con la
configurazione: 1 1 1 0 1 1 [32 + 16 + 8 + 2 +1]. Per
utilizzarlo è ovviamente necessario imparare a leggere i numeri in base 2 e a
tradurli in base 10. Se leggiamo l’ora e il display mostra;

1 0 0 1
1 0 1 1 0 1
Sarà normale che mormoriamo “nove – quarantacinque” e che diciamo a
chi ci ha chiesto l’ora:
“Sono le nove e tre quarti,”
La figura che segue mostra un esemplare di orologio binario prodotto nel
2002 da Philippe Stern e Florian Schatz a Kiel (Germania), che pesa 128 grammi
ed è garantito impermeabile fino alla profondità di 10 metri.
Si chiama “The one men binary time” e costa circa 140 Euro. I fabbricanti
promettono di versare una commissione del 16% a chi procuri nuovi clienti.
Vendono anche giochi elettronici, gadget ornamentali e T-shirt la scritta:

get Digital
FAIR GEEKWEAR

che dovrebbe convincere chi la legge a pensare digitale non solo per leggere
quegli orologi, ma anche in altri contesti.
Sembra improbabile che questo modo di segnare l’ora incontri il favore
del pubblico. Ho raccontato la storia al Prof. Raffaele Esposito, esperto in teoria
dell’informazione che mi ha risposto:
“L’oggetto appartiene alla categoria NNF cioè No Need Felt – “Non se ne
sente il bisogno.”