Le parole dei giurati

La prima parola che associo al Premio Energheia è: incontro_Martino Gozzi

Giuria Premio letterario Energheia 2018_XXIV edizione.

È passato quasi un anno da quando sono andato a Matera per il premio Energheia. Quando ci ripenso – cosa che mi capita di frequente, devo dire – la prima parola che mi viene in mente, la prima parola che associo a quell’esperienza è: incontro

Nei quattro giorni che ho trascorso a Matera, sono moltissime le persone che ho incontrato, e ciascun incontro ha cambiato la mia percezione della città, la mia lettura dei testi in competizione, addirittura il mio sguardo sulla vita nel suo insieme. La prima persona che ho incontrato è Felice Lisanti, anima e corpo dell’associazione culturale Energheia. Con lui ho varcato il confine tra Puglia e Basilicata, e sotto la sua guida ho scoperto i Sassi. Grazie alle sue indicazioni, mi sono abbandonato a una flânerie divertita e spensierata per le strade e i vicoli della città vecchia. Felice, come del resto lascia intuire il suo nome, è un uomo animato da un’energia gioiosa – colto, generoso, pieno di risorse. Grazie a lui, ho conosciuto la famiglia che mi ha ospitato nel Sasso Caveoso. Ho conosciuto gli altri membri della giuria. Ho conosciuto i volontari dell’associazione, tra cui la meravigliosa Rita Montinaro che ha tenuto una lezione indimenticabile su Annie Ernaux. Ho conosciuto i finalisti del concorso, emozionati di essere arrivati fin lì, a un passo dal traguardo. 

Una sera, a cena, ho conosciuto un ospite del festival proveniente dalla Svezia. Uno scrittore. Siamo andati subito d’accordo, anche se molto probabilmente nessuno dei due ha registrato il nome dell’altro. Abbiamo parlato a lungo di politica, di letteratura, e dei nostri autori preferiti, come Walter Benjamin e Julio Cortázar. Solo l’indomani, svegliandomi, mi sono reso conto che lo scrittore che avevo incontrato la sera prima doveva per forza essere Ulf Peter Hallberg, l’autore di un libro che tanti anni prima avevo letto e riletto, amato e studiato: Lo sguardo del flâneur. Chi l’avrebbe mai detto, Ulf Peter Hallberg… a Matera! Tornato a casa, qualche giorno più tardi, ho ritrovato il mio vecchio volume, pieno di sottolineature, e aprendolo a caso ho trovato questa frase: L’arte della flânerie è lasciare che il caso dia libero corso al suo gioco.

Ecco, questo, per me, è il premio Energheia. La possibilità di un incontro – l’incontro casuale, felice, fortunato, di mille possibilità.