L'angolo dello scrittore

Indebite generalizzazioni

 IL MATTINO 27  Settembre 2001 – di Roberto Vacca

Taluno sostiene, dunque, che la civiltà occidentale dovrebbe rifondarsi sulla base delle proprie radici cristiane. Sostiene poi che il mondo islamico sta 14

secoli dietro quello occidentale in termini di sistema di valori, di prosperità, di rispetto dei diritti umani e della religione.

Quei conti sono sbagliati. Proprio 14 secoli fa la cultura islamica nacque e cominciò a svilupparsi. Undici secoli fa scriveva Al Khuwarizmi, iniziatore dell’algebra, che precorse Luca Pacioli. Nove secoli fa fioriva Ibn Sina (Avicenna) che fece progredire la fisica, influenzò il pensiero di Ruggero Bacone e molta della filosofia medioevale aristotelica. Otto secoli fa Ibn Rushd (Averroè) con i suoi commenti ai grandi pensatori greci ha dato molto al pensiero occidentale. E questi sono solo i più famosi.

Poi il rispetto dei diritti umani e della religione non li deriviamo certo da radici cristiane. Solo 4 secoli fa (non 14) a Roma si bruciavano in piazza gli eretici. Tre secoli fa i condannati a morte nello Stato della Chiesa venivano mazzolati e poi squartati. I diritti dell’uomo, attraverso alterne vicende, si cominciarono ad affermare con la Rivoluzione Francese. Il Papa, però, tardò qualche secolo ad accettare i principi di libertà, uguaglianza e fraternità e da quella rivoluzione importò dapprima solo la ghigliottina – in uso dal 1830 fino a pochi anni prima della riconquista del 1870.

Solo un secolo e mezzo fa nel Sillabo, Pio IX negava che la ragione umana sia l’unico arbitro del vero e del falso, del bene e del male e negava che sia libero ciascun uomo di abbracciare e professare la religione che, sulla scorta del lume della ragione, reputi essere vera. E chiamava “delirio” l’idea che la libertà di coscienza, di opinione, di parola e di culto sia diritto di ogni essere umano. La pretesa superiorità cristiana è recente e discutibile.

In generale sbaglia grossolanamente chi afferma che certe caratteristiche, buone o cattive, sono condivise da intere popolazioni. Sbaglia chi sostiene che i cuneesi sono stupidi, che i genovesi e gli scozzesi sono avari, i corsi e i messicani pigri, i fiorentini spiritosi, i siciliani mafiosi. E’ vero che certe popolazioni sono in maggioranza analfabete e altre no. E’ vero che certe statistiche sono sintomo di sviluppi culturali complessi e interessanti. Ad esempio in USA la percentuale di ebrei fra gli scienziati e i tecnologi avanzati è quasi tripla rispetto alla percentuale degli ebrei nella popolazione generale. Le tradizioni e la storia – non la razza – hanno effetti profondi. Certo dopo lo splendore di secoli fa, la cultura islamica ha declinato, ma lo stesso si può dire degli imperi, di tante culture, di tante scuole del passato.

E’ facile ironizzare sui costumi di altri popoli. Quando il pakistano Abdus Salaam ricevette il premio Nobel per la fisica dal re di Svezia, non era in frac. Aveva in testa un turbante e ai piedi babbucce dorate con lunghe punte ricurve. Sarebbe stato facile irriderlo perchè era buffo. Era forse inferiore? Io pranzai con lui una volta a Trieste nel Centro Internazionale di Fisica Teorica che aveva fondato. Imparai molte cose in meno di due ore. Non parlava solo con me, ma con altre cinque persone vicine: due tedeschi, due americani e un italiano. Conduceva tre conversazioni parallele su: fisica, ateismo, sviluppo economico del terzo mondo. Sembrava un maestro di scacchi che giocasse in simultanea. Ogni sua frase lasciava gli astanti a meditare a lungo. A parte il Nobel e la sua fede nell’Islam (profonda, inaspettata, complessa), era sicuramente superiore a tutti i presenti.

Non basta dichiararsi contrari a ogni guerra di religione. E’ bene esprimersi urbanamente nei confronti di altri popoli e di altre tradizioni. La polemica culturale e filosofica può essere dura e sferzante verso teorici parrucconi che propongono paralogismi e antinomie e contraddicono la realtà. Ma è solo maleducata, se diventa personale.

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“Devi chiamarmi “Superiore”.” – disse il secondino.

“Superiore a chi?” rispose il detenuto in attesa di giudizio (l’innocente Geometra Di Noi interpretato nel film da Alberto Sordi). La battuta è facile, ma non ha senso che pretenda di essere superiore chi insiste troppo sulla prosperità economica e non ha raggiunto un alto livello di cultura, di inventività, di eccellenza civica, di statura morale.