I racconti "brevissimi di Energheia"

I brevissimi 2007 – Aspetto – Marina Bizzotto – Bassano del Grappa(VI)

anno 2007 (Le quattro virtù cardinali – La forza)

Piove sottile.
L’acqua se ne viene giù piano piano, le gocce percorrono il vetro in tutta la

sua lunghezza e si confondono sul davanzale. E’ quasi elegante questa

pioggia autunnale, non ha niente a che vedere con gli acquazzoni

primaverili così violenti e scomposti, né tantomeno si avvicina ai temporali

d’estate che spaccano il cielo e fanno tremare la terra .
Adesso no: sembra quasi seguire un copione teatrale, di quel teatro

intelligente e forse un po’ ossessionato, monotematico .
Alla Beckett .
Sarebbe bello che a teatro si recitasse la pioggia, una volta .
Che assurdità.
Eppure è l’unica cosa che sto pensando adesso. Che piove .
Chissà perché i momenti più problematici, attimi intensi e difficili sono

attraversati dalla fulmineità delle considerazioni banali; ad un passo dalla

morte qualcuno è capacissimo di pensare alla camicia che doveva ritirare

ieri in tintoria. E’ la stessa cosa per me che sto qui appoggiato alla finestra

fredda di questa stanza che si sta già velando.
Mi è sempre piaciuta la pioggia: mi mette a mio agio, mi muovo meglio in

un mondo bagnato che nella asetticità di una giornata asciutta.
L’acqua sembra togliere quel senso di indifferenza che circonda persone e

cose. E’ una prova che l’orizzonte più quotidiano può trasformarsi;

crisalide che diventa struggente farfalla, precariamente presente. C’è la

forza dell’inevitabile dentro quest’acqua che piange…
I palazzoni grigio scuro si lavano, perdono la patina sporca e la loro arida

staticità .. vivono le mille gocce che gli scivolano addosso.
La gente la vedo più viva quando piove: si è costretti a guardarsi in faccia

per non speronarsi con gli ombrelli, si saltella infantilmente per evitare le

pozzanghere più profonde, si accenna addirittura una corsetta, senza

pensare alla compostezza o al portamento.
Ci fa vivi.
E lo dico io adesso: deve essere vero.
La mia mente è libera da ogni affanno e nel suo stato cristallino non può

che afferrare piccole verità.
Ed allora mi giro, mi avvicino al gas: chiudo la manopola e apro la

finestra.
Aspetto che smetta di piovere per morire.