Energheia Cinema, Il soggetto del cortometraggio

Premio Energheia Cinema 2011. Scacco matto al serial killer, Pino Pignatelli_Cassino(FR).

Premio Energheia Cinema 2011
Miglior soggetto per la realizzazione di un cortometraggio

La partita a scacchi del mercoledì è diventata ormai una consuetudine.

“Perché i neri toccano sempre a me?” chiede Davide.

“C’è un motivo… e oggi lo scoprirai!” risponde Valeria mentre centra con cura maniacale ogni singolo pezzo del suo piccolo esercito bianco.

Bianco come quel lenzuolo ruvido, ancora intriso di sangue, che ricopriva quella sagoma immobile come il tempo, pietrificata come la roccia dei Moari, affacciati sull’oceano con lo sguardo perso nell’eternità. Bianco come quel drappo funereo, sollevato con le mani malferme per il riconoscimento di rito. Come il soffitto della gelida stanza dell’obitorio, l’ultima cosa che aveva visto prima che la disperazione le facesse perdesse i sensi.

‘Ancora senza un colpevole l’efferato delitto della spiaggia. Si pensa a un killer seriale’ avevano titolato i giornali.

“Ti vedo distratta. Se non ti concentri perderai anche questo mercoledì. Pedone in F 4.”

“Sto solo assaporando intensamente il piacere di questa partita. Che ne è stato di quella ragazza che frequentavi tempo fa? … Pedone in C 3.”

“Era una stupida, l’ho mollata… Cavallo in C3.”

Valeria osserva la sua mano che sposta il pezzo. Ha un tremore; quando lo poggia sul quadrato bianco cade.

“Io sarò distratta, ma tu mi sembri molto agitato. Hai qualche presentimento?”

“Presentimento di cosa? E’ solo una partita a scacchi, perché dovrei averne?”

“La scacchiera è pur sempre la rappresentazione di un campo di battaglia; Re, Regine, alfieri, cavalieri. E ogni battaglia reclama le sue vittime.”

“Stai tentando di deconcentrarmi? Tutta questa messinscena, quest’atmosfera lugubre… mi stai facendo paura oggi!”

‘Già, la paura.’ pensa con rabbia. Quella stampata nel suo sguardo atterrito, in quel giorno di spensieratezza che si era trasformato in un incubo, quando si era rifiutata di subire quella violenza. Che le rimbombava nelle orecchie, mentre le scoppiava il cuore per l’affanno della corsa tra le dune in cerca di aiuto. La stessa che lo scopritore del cadavere aveva visto ancora impressa nei suoi occhi sgranati, rivolti a interrogare il cielo.

Ma la spiaggia era deserta quel mercoledì di maggio. Solo le barche lente dei pescatori all’orizzonte, il sibilo del vento a coprire le sue grida disperate, quelle dei gabbiani a farle eco. Nient’altro che potesse permetterle di sfuggire all’ira del suo carnefice.

“Fai bene ad avere paura, perché oggi ti batterò. Sotto al ripiano c’è un notes e una penna. Facciamo un gioco. Registrati le ultime tre mosse che sto per fare, quelle che ti daranno scacco matto. Vediamo se riuscirai a risolvere il rebus.”

“Scacco matto in tre mosse? Ma dai!!! E se poi indovino?”

“Avrai una sorpresa che ti lascerà senza respiro.”

Valeria inizia le tre mosse. Torre in A 8; alfiere in D 5; lui è in evidente difficoltà. Poi sferra l’ultimo attacco, quello decisivo. Cavallo in A 6… scacco Matto!

“Ti vedo un po’ deluso. Vado a prenderti qualcosa da bere, per risollevarti il morale. Nel frattempo ti lascio alla tua interpretazione.”

Torna poco dopo con un bicchiere in mano. Lui è ancora alle prese con l’enigma. Distrattamente beve un sorso, poi un altro.

“A 8 – D 5 – A 6. Che accidenti vuol dire?”

Continua a bere. Lei lo guarda impassibile. Sembra stia aspettando che accada qualcosa. Lui comincia a sudare. Gli manca il respiro. Si tocca la gola, sembra stretta da un cappio.

Cerca un modo per decifrare la scritta. La scompone. Mette insieme le lettere: A, D, A; poi i numeri: 8 – 5 – 6. Il respiro si fa sempre più affannoso, il nodo alla gola si stringe ancora di più.

“ Sto male. Ma cosa diavolo mi hai dato da bere?”

Valeria è una sfinge.

“Sbrigati a interpretare il messaggio, non ti rimane molto tempo.”

“8 – 5 – 6… mi sembra una data… 8 maggio 2006.”

Ora  ricorda quella data. A quel punto anche il significato delle lettere gli appare chiaro. “ADA!!!” riesce a dire con quel po’ di fiato che ancora gli resta.

“Ma allora Ada era…” è il suo ultimo sussurro.

Sì, era proprio la sorella di Valeria.