L'angolo dello scrittore

La letteratura e la grande tempesta della Rivoluzione russa

Di Lydmila Petukhova

Il loro mondo stava per crollare.

Cento anni fa, nel Febbraio del 1917, prima a San Pietroburgo e poi in tutta la Russia, iniziarono i movimenti rivoluzionari.

La guerra estenuante, il popolo stanco, lo zar che non era più rispettato e il partito dei bolscevichi che faceva propaganda tra soldati, operai e contadini. Sono state queste e molte altre, le cause della Rivoluzione russa. Ma se si vuole capire l’atmosfera di quel tempo, ci si deve ovviamente affidare alla letteratura.

In conseguenza dell’anno rivoluzionario ci era andata di mezzo l’intellighenzia russa e tra di loro, ovviamente, gli scrittori e poeti. Qualcuno di loro scappò via ed emigrò, come lo scrittore Ivan Bunin. Gli altri accettarono e decantarono il nuovo regime, come il poeta Vladimir Majakovskij. Alcuni, invece, furono vittime di questo nuovo mondo, come il poeta Nikolaj Gumilev.

Per immergersi in quel tempo pieno di destino, vi proponiamo alcuni romanzi, poemi e reportage che raccontano la Rivoluzione e il successivo inquietante periodo della storia russa.

La protagonista del romanzo Il dottor Zivago guarda una manifestazione

1 “Il dottor Zhivago”di Boris Pasternak

Il famoso romanzo di Boris Pasternak racconta la vita di Yurij Zivago dalla sua infanzia fino alla morte. Da giovane Yurij accetta la Rivoluzione con entusiasmo, ma più tardi capisce che la Rivoluzione e la conseguente guerra civile siano solo un crudele spargimento di sangue. L’eroe cerca di scappare dalla guerra negli Urali, tuttavia non trova la pace sperata. Il nuovo mondo non lo accetta e Zivago muore in solitudine.

“Il dottor Zivago”: “Pensate che tempi sono questi! E io e voi li viviamo! Cose tanto incredibili accadono solo una volta nell’eternità. Pensate: alla Russia intera è stato strappato via il tetto, e noi con tutto il popolo ci siamo trovati di colpo allo scoperto, sotto il cielo. E non c’è nessuno che possa spiarci. La libertà! La vera libertà (…) La rivoluzione è scoppiata quasi suo malgrado, come un sospiro troppo a lungo trattenuto. Ognuno si è rianimato, è rinato; dappertutto trasformazioni, rivolgimenti. Si potrebbe dire che in ciascuno sono avvenute due rivoluzioni: una propria, individuale, e l’altra generale.

2 “La guardia bianca” di Mikhail Bulgakov

“Grande fu l’anno, e terribile, il 1918 dalla nascita di Cristo, il secondo, dall’inizio della rivoluzione”. Così inizia il romanzo di Michail Bulgakov che racconta l’inverno tra il 1918 e il 1919, mentre era in corso la guerra civile. L’atmosfera della casa dei Turbin a Kiev raffigura quel mondo di intellettuali che sta per crollare. “La guardia bianca” è un libro molto amato proprio per questa atmosfera della vita sfuggente.

Come prima epigrafe del romanzo Bulgakov ha scelto una frase dell’opera di Aleksandr Pushkin “La figlia del capitano”, dove si racconta la vita del primo rivoluzionario russo Pugachev e dove la rivoluzione si confonde con una tempesta di neve. Questo paragone della rivoluzione con una tempesta si incontra spesso nella letteratura russa.

3 “Dieci giorni che sconvolsero il mondo” di John Reed

É un libro del giornalista e saggista statunitense che racconta un reportage degli avvenimenti della Rivoluzione russa d’Ottobre. Reed era a Mosca per compito di una rivista americana, ma a causa del cambiamento politico la rivista dovette disdire la pubblicazione degli articoli di Reed e quindi il giornalista pubblicò un proprio libro. Lo lesse anche il padre della Rivoluzione, Vladimir Lenin, gli piacque e scrisse persino la prefazione dell’edizione americana.

Vladimir Lenin, prefazione al libro di John Reed: “Lo raccomando vivamente agli operai di tutti i paesi.- scrive Lenin. – Vorrei che quest’opera fosse diffusa in milioni di esemplari e fosse tradotta in tutte le lingue perché essa dà un quadro esatto e straordinariamente vivo di fatti che hanno tanta importanza per comprendere la rivoluzione proletaria, la dittatura del proletariato”.

Ivan Vladimirov. La fuga da Novorossijsk

4 “I dodici” di Aleksandr Blok

Una delle opere più misteriose e affascinanti è il poema scritto dal poeta nel Gennaio 1918, poco dopo la Rivoluzione d’Ottobre. In questo poema si sente il ritmo del passo militare, la vista offuscata dalla tempesta di neve e si sentono sempre rumori strani e paurosi. I dodici soldati camminano verso il futuro, come gli apostoli, e alla loro testa vi è Cristo. Il vecchio mondo è paragonato a un cane perduto e pietoso, ma che ti accompagna sempre e non si allontana mai.

“S’è fermato  un  borghese  nel  quadrivio
e il naso dentro il bavero nasconde.
Ai fianchi  gli si struscia  col suo grigio
pelo  rognoso  un  cane vagabondo.

Come – il  cane  famelico  sta  muto
il borghese,  con aria  di domanda.
Sta il vecchio mondo come un can perduto
dietro a lui, con la coda fra le gambe”.

Aleksandr Blok, un frammento del poema “I dodici”.

5 “Il placido Don” di Mikhail Sholokhov

Il Don è il grande fiume a Sud della Russia. Sulle coste di questo fiume si svolge la vita di un cosacco, Grigorij Melechov nei tempi duri della prima guerra mondiale, della rivoluzione e della guerra civile, che infiammarono la terra dei cosacchi. Questo libro non è una lettura facile, è lungo (è composto da quattro volumi), ma è un grande capolavoro che rivela la vita del popolo che ha dovuto scegliere tra rossi e bianchi, tra i bolscevichi e zaristi, tra la pace casalinga e il sangue della guerra. Una scelta offerta alla nazione proprio dalla Rivoluzione del 1917.

6 “La vita dei tormenti” di Aleksej Tolstoj

É una trilogia che racconta la vita della società alla vigilia, durante e dopo la Rivoluzione. Nella prima parte della trilogia chiamata “Sorelle” l’autore raffigura la società russa negli anni prima del 1917, il respiro del degrado e della futura morte degli ideali di queste persone. La seconda parte ci racconta il movimento, la rivoluzione e la guerra e il cambio delle coscienze. La terza parte è dedicata alla nascita di un nuovo paese, pieno di speranza verso il futuro.

Ivan Vladimirov, Incenerimento delle aquile e dei ritratti degli zar

7 “La ruota rossa” di Aleksandr Solzenicyn

In questo ciclo, Solzenicyn raffigura quei tempi di sfortuna con il simbolo della ruota rossa che a partire dal 1914 rotola per il paese, distruggendo tutto lungo il suo percorso. É composto da due atti, la Rivoluzione e il potere del popolo, e da quattro diversi momenti storici: l’Agosto 1914, l’Ottobre 1916, il Marzo 1917 e l’Aprile 1917. Questa opera non ha avuto il grande successo come gli altri libri di Solzenicyn, ma può essere interessante per chi vuole conoscere più di un punto di vista su questi avvenimenti.