I racconti "brevissimi di Energheia"

I brevissimi 2009 – L’assassino compassionevole di Corrado Dal Maso_Roma

anno 2009 (Le quattro virtù cardinali – La giustizia)
Menzione della redazione de “La Gazzetta del Mezzogiorno”

mare

 

Nella penombra, gocce minute scendevano lungo il tubo trasparente,

lente, quasi a scandire il tempo, ed ogni volta nell’ampolla ormai quasi

vuota esplodeva una bolla d’aria. La stanza era satura dell’odore dell’etere.

Dal letto disfatto il vecchio guardava nel buio, verso l’altro, senza parlare.
Non che non avesse nulla da dirgli.  Misurava solo le forze.  Poi,

finalmente, socchiuse le labbra e disse piano, quasi sibilando: “E’ ora che

tu sappia tutto di me, figlio mio, e del mio lavoro, … un tempo … sono

stato un assassino  – il vecchio deglutì a fatica, finché anche quel boccone

andò giù – ho ammazzato per mestiere, in tutti i modi, in tutti i posti, ho

vissuto nel pericolo, e nel sangue di tanti, per poter far vivere voi negli agi

…”
<< Noi non te lo avevamo chiesto, papà >> l’uomo parlò, fuori dal cono

di luce dell’unica lampada, senza tradire il suo volto, né alcuna emozione

nella voce, e il vecchio, come sorpreso che ne avesse una, scrutò

interdetto nell’ombra   – vedeva solo le sue gambe, con le ginocchia

giunte, come mani in preghiera –  ma poi riprese, quasi in un rantolo: “…

invece dell’aria, ho respirato l’odore del mio lavoro, lo stesso di questa

camera: l’odore della morte.  E non ho mai avuto scrupoli,  se non per voi

(calcò impercettibilmente la voce), … tranne che una volta, per il figlio di

un boss: era solo un bambino, … avresti  potuto essere tu … – si

interruppe per un momento, rauco –  insomma, non l’ho ucciso, non ho

potuto, … ed ho parlato,  per salvarlo”
<< Posso immaginare, papà … >> lo interruppe l’altro, con pazienza,

quasi con comprensione …
“… ma da allora sono dovuto sparire, senza lasciare nessuna traccia di me,

come prima non ne avevo lasciata nessuna che portasse a voi, ed ho

vissuto braccato, senza potervi più incontrare, … loro ancora mi cercano

…”    << … lo so, papà …>>   “… ma non mi hanno trovato, e non mi

troveranno più, perché oramai  è finita …”
<< … è finita, papà … >>
“Dio, come soffro  – la sua voce era ridotta ad un soffio –  se solo tu

sapessi, se solo tu potessi, faresti qualcosa per me.  Ma ora, dimmi di te,

figliolo, da tanto tempo non so più nulla: che cosa è stato della tua vita,

qual è il tuo lavoro …”
<< Il mio lavoro – l’altro sospirò – … è il tuo stesso lavoro, papà … >> e

aprì con uno scatto la valigetta che aveva con sè, mettendosela sulle

gambe.
Il colpo, quasi un colpo di tosse, nessuno lo sentì. Forse neppure il

vecchio, che aveva chiuso gli occhi e sorrideva.