I racconti "brevissimi di Energheia"

I brevissimi 2023 – La primavera te la porti dentro di te, anche se fuori nevica, Rachele Bongiolatti_Delebio(SO)

anno 2023, tema: La primavera

“ Dicono che i nuovi inizi fanno paura, eppure hai mai pensato alla primavera ?

E secondo natura è questo cambiamento
E se gli alberi intorno a te, nudi e spogli
hanno il coraggio di cambiare e fiorire e rinascere
Allora perché non lo puoi fare anche tu ?

Non è inverno per sempre

E quando ogni tanto ti capiterà
di sentire una goccia sulla testa
e il vento freddo lungo la schiena
e ti sorprenderà un temporale
Non temere, è comunque primavera

Un po’ di pioggia non fa morire le piante e i fiori e le cose belle
E così quando ti si presenteranno degli ostacoli lungo il cammino
quando ciò che ti feriva e credevi di esserti lasciato indietro per sempre ritornerà
busserà nuovamente alla tua porta
All’improvviso, come il temporale dopo una giornata di sole
Non temere, è comunque primavera

Non può piovere per sempre

E solo una cosa che non è mai iniziata
mai può finire
E così la primavera cederà il posto all’estate e poi all’autunno e poi sarà di nuovo inverno
Ma il dolce ricordo dei primi di maggio sarà sufficiente a scaldare il tuo cuore anche con dieci
gradi sotto zero
Perché la primavera te la porti dentro, anche se fuori nevica

Per sempre tua
Iris ”

Queste furono le parole che mi consegnó l’infermiera, il trentuno gennaio 1987. Piansi.

“E quell’anno venne la primavera, ma non fu primavera senza di te

E appresi la dura realtà
Quando perdi qualcuno che ami credi di essere nulla più di una terofita, triste erbaccia che non
è capace di far fronte alla stagione avversa
Che vive un solo anno

Eppure quei dolci primi di maggio non li ho vissuti da terofita con te
Furono momenti pieni di luce, colmi di gioia
Momenti in cui avrei voluto che la vita potesse non finire mai
E mi facevi venir voglia di essere immortale, solo per avere più giorni da poterti dedicare

E a una terofita non è concesso alcun giorno da Iris
E forse allora non siamo altro che boccioli, ora quiescenti
E aspettiamo la primavera, per poter sbocciare
E poter rinascere
E come un fiore di loto
Siamo capaci di resistere anche agli inverni più freddi e gelidi e glaciali
Con dieci gradi sotto zero
Ci sembra così lontana la primavera
Ci sembra impossibile che un giorno il sole caldo possa tornare a splendere in cielo
E una brezza piacevole scorrerci lungo la schiena

Ma al posto di quel bianco deserto
Torneranno i fiori
Tornerà la primavera
E disteso tra meravigliosi petali di Iris blu
Penserò al germoglio più bello
Sapendo che solo una cosa mai iniziata, come dicevi tu, mai può finire
E sono grato a Dio per la primavera che ci ha concesso
Anche se ti ha portata via da me troppo presto
Strappando dalla terra
Senza alcun biasimo
Il fiore di Iris più bello
E ti cercherò tra le sfumature di ogni alba migliore

Tornerà a essere primavera anche per me ”

Era una mattina di marzo come altre, una di quelle giornate ancora fredde ma con l’aria intrisa
di un odore che lascia presagire l’arrivo della bella stagione. Mi alzai presto. Feci colazione. Misi
due cucchiaini di zucchero e 200 ml di latte nel caffè, come facevi tu.
Mi recai al fioraio sotto casa e presi un mazzo di fiori, i più belli. Un mazzo di Iris blu. Il sole non
era ancora sorto.
Venni a trovarti, posai i fiori e la lettera sul freddo marmo.
Ed è lì, che tra i colori dell’alba, tra le meravigliose sfumature blu del cielo, io ti vidi. Non te n’eri
mai andata.

E venne di nuovo la primavera.