Le parole dei giurati

Negli occhi rimane il ricordo di una piazzetta, quasi un salotto, nella luce incantata di una sera di luglio. Le voci, gli sguardi dei ragazzi, le statuine-premio, le mani di tanti, l’applauso, il saluto.

– di Carmen Lasorella
Presidente Giuria Premio Energheia 1999_V edizione_

Giovani che amano l’arte, la letteratura. Che in una piccola città del Sud, tra le più antiche del pianeta, si incontrano per pensare insieme e coinvolgere altri giovani, perfino più giovani, adolescenti, protagonisti di un progetto, nel segno della creatività. L’associazione culturale Energheia e il premio letterario che promuove, hanno pochi anni in tutti i sensi: poco più che ventenni gli organizzatori, poco meno i premiati. E colpiscono la fantasia e l’entusiasmo degli uni e degli altri.
Alla quinta edizione che si è svolta quest’anno sono pervenuti 280 racconti, hanno vinto un quindicenne e una diciassettenne, sotto i venti anche gli autori degli altri lavori segnalati. Scontata l’emozione, che appariva dolcissima, di trovarsi già di fronte una nutrite platea e di raccoglierne l’applauso, colpivano degli scrittori in erba la compostezza e l’impegno.
Scrivere un racconto, certo, non è faticoso come accingersi alla stesura di un libro, ma le trame costruite, la freschezza del periodare, se vogliamo anche il linguaggio, in molti casi insolito, nuovo, e la scelta dei temi, intimisti, più che interessati alle suggestioni dell’attualità, hanno dato il senso, guardando complessivamente all’antologia di Energheia, di un serbatoio di risorse che potranno essere pienamente sfruttate.
Plauso dunque all’iniziativa e ai suoi risultati, considerando tra l’altro che il motore di progetti come questo si alimenta di energia pulita davvero a basso costo. Al Sud rimane tutto più difficile, ma forse proprio per questo ciò che riesce ha un valore aggiunto.
Energheia, che nella sua origine greca vuol dire “forza in azione” traslata nel mondo della cultura può sintetizzare quei valori alternativi all’altra forza in azione che la cronaca nera troppo spesso rappresenta riferendosi al Sud.
E per chi proprio a Matera ha trovato le sue origini è motivo di orgoglio annotare che intorno ai giovani promotori, con un’esperienza già lunga un lustro, si raccoglie la città. Negli occhi rimane il ricordo di una piazzetta, quasi un salotto, nella luce incantata di una sera di luglio. Le voci, gli sguardi dei ragazzi, le statuine-premio, le mani di tanti, l’applauso, il saluto.