I racconti "brevissimi di Energheia"

I brevissimi 2011 – Una notte di Silvia Mencarelli_Pistoia

anno 2011 (I sette peccati capitali – l’avarizia)

Si trovò a correre nel bel mezzo della notte, con il cuore in gola e la mente offuscata nell’oblio che segue

al contatto violento con l’irreparabile. Ad ogni singolo ansimare nella sua fuga irrazionale dall’orrore

diminuiva l’altrettanto insensato barlume di speranza che si trattasse soltanto di un terribile incubo, non

poteva essere successo veramente. Il suo arrancare nel buio nella campagna umida e fredda era reso

instabile e scomposto dal tremore che scuoteva ogni suo arto, la sconcertante consapevolezza che niente

sarebbe stato più lo stesso tuonava nell’aria e permeava il suo intero corpo schiacciato con forza dal cielo

nero che lo osservava inorridito. Il fischio in lontananza gli dette in un attimo un insperato sollievo e la

forza di accelerare la folle corsa fino a quando, nonostante l’oscurità, il paesaggio gli fu familiare:

rallentò a poco a poco e cominciò ad avanzare convulsamente, era arrivato. Non più erba sotto i suoi

piedi ma sassi, fece ancora qualche passo contratto mentre il cuore continuava a battere impazzito e il

respiro era affannato al punto che ogni singola boccata di aria densa e gelida gli procurava una fitta

dolorosa. La suola delle sue scarpe, strusciando tra i sassi, finalmente riconobbe la consistenza del ferro:

chiuse gli occhi e sforzò l’udito. Era quasi il momento. Non gli aprì nemmeno quando il fischio si fece

assordante e un fascio di luce squarciò il buio e il blando isolamento dal mondo esterno delle sue

palpebre chiuse.

In un ultimo slancio avanzò ancora un poco, fece un altro disperato scatto, ebbe un sussulto, poi più

nulla. Stringeva tra le mani la busta con le banconote che gli spettavano, avrebbe voluto portarle con sé

ma aveva il sospetto che non fosse possibile. Quando aprì gli occhi nuovamente era faccia a faccia con lui,

l’uomo che gli doveva quei soldi, che aveva rincorso per tanto tempo, che non poteva pagarlo, che lo

implorava di aspettare ancora, che aveva incontrato quella notte, che poco prima aveva ucciso.