L'angolo dello scrittore

Miracoli: analisi critica

 di  Roberto  VACCA

I logici medioevali diceavano: “nomina non sunt consequentia rerum”: i  nomi non sono conseguenza delle cose. Ma le cose sono ancora meno conseguenza dei nomi. Esistono i nomi: “centauro”, “ippogrifo”, “chimera”, ma non esistono  questi animali mitologici.

I miracoli si definscono  come “azioni umane che sospendono o annullano la validità di leggi fisiche per ottenere risultati inaspettati”. Lo scopo può essere: dimostrare i poteri eccezionali di qualcuno o aiutare o proteggere qualche essere umano che abbia dimostrato di avere fede nel successo del miracolo o nella persona che dovrebbe compierlo. In quest’ ultimo caso il miracolato non si presenta come un osservatore affidabile proprio perchè manifestava la sua fede acritica già prima dell’evento.

Per decidere che un evento sia avvenuto in sospensione o in contrasto con le leggi fisiche, si deve supporre che le leggi fisiche siano note. Dobbiamo ricordare, però, che anche le leggi fisiche meglio comprovate dall’ esperienza e da osservazioni accurate sono approssimazioni più o meno rozze. Tanto piu’ sono rozze, tanto meno si possono considerare note. Anticamente si consideravano magie : vedere eventi a distanza di migliaia di kilometri, volare più veloci del suono; usare macchine che ragionano e, calcolano. Si credeva che le leggi fisiche rendessero impossibili queste azioni. Non era così.

Riteniamo  di aver riconosciuto una legge fisica se, in modo osservabile e ripetibile si osservano processi che dipendono da certi meccanismi e che si possono descrivere in modo preciso  e si possono prevedere. Dunque gli eventi che si verificano una volta sola (in inglese: “one shot”) non essendo ripetibili,non sono straordinari. Sono  privi di interesse perche’ non sappiamo nemmeno se si siano verificati o no. Che alcune persone ritengano di averli sperimentati, non è prova accettabile..

Il Cardinale Newman teorizzava che dovremmo credere ai miracoli antichi perchè sono confermati da tante testimonianze. Ciascuna aggiunge probabilità alla verità del miracolo e la somma di moltissime probabilità equivale a una certezza. Newman diceva: “Anche chi non ha mai circumnavigato l’ Inghilterra crede che sia un’ isola per la somma delle testimonianze di tanta gente che ha percorso qualche pezzo di costa. Proprio come nel caso dei miracoli.”

Vilfredo Pareto obiettò: circumnavigare l’Inghilterra è fisicamente possibile e non ci sono leggi che lo vietano. Chi dimostrasse che è attacata alla Francia, diverrebbe famoso. Dunque non si tratta di una somma di testimonianze, ma di uno stato di fatto osservabile e di una ipotesi robusta-Se esistesse un dubbio anche minimo sull’insularità della Gran Bretagna, la curiosità e il desiderio di fama  lo dirimerebbero. Dunque :

 

  • i miracoli sono non eventi, privi di interesse per chi cerca di conoscere il mondo in modo logico-sperimentale
  • se qualcuno presume che un evento miracoloso (come il sole che si mette a ballare in cielo o una statua che agita le braccia) sia un messaggio di una entita’ soprannaturale, vuol dire che si accontenta di poco. Chi si occupa di comunicazione sa bene che l’onere di far arrivare messaggi ai destinatari è del mittente. Se un mittente manda un messaggio ambiguo o usa un codice non ricostruibile, facciamo bene a non interessarcene. In alternativa siamo giustificati a dubitare che il mittente esista. Un messaggio telegrafico privo di senso può essere prodotto da una bottiglia vuota che rotola su di un tavolo e colpisce il tasto di una trasmittente.

 

Gli argomenti esposti tagliano la testa al toro. Però non vengono accettati da chi non capisce l’ approccio logico-sperimentale e invoca l’ evidenza di certi prodigi. La situazione migliora. Nel numero della Civilta’ Cattolica del 2 settembre 1905 un articolista sosteneva che il sangue di San Gennaro contenuto in una boccetta di vetro sigillata all’interno di una scatola d’ argento chiusa durante il miracolo cambiava di peso da 987 a 1015 grammi (circa il 2,75%). Il 14 settembre 1905 il quotidiano di Genova IL LAVORO pubblicò una lettera in cui il matematico Giovanni Vacca (mio padre) sfidava i gesuiti a pesare in pubblico quel sangue per constatare se cambiasse peso. La prova non fu mai fatta. Alcuni credenti risposero che certi professori dell’universita’ di Napoli l’avevano già eseguita con successo.

Mio padre con l’astronomo Schiaparelli cercò di pesare la medium Eusapia Paladino durante un trance per vedere se  il suo peso cresceva per apporti di ectoplasma. Ma la medium si agitava tanto che con le bilance di allora non si pote’ fare nessuna misura.

Cito, infine, la reliquia conservata in una chiesa in Italia centrale. Consiste di 5 grumi del sangue di un martire: ciascuno pesa quanto tutti e 5 insieme! L’informazione era data in un depliant distribuito ai partecipanti a un Congresso dell’ Unione Matematica. Era presente il Prof. Carlo Pucci che notò come fosse inopportuno raccontare quella assurdità proprio ai matematici.