L'angolo dello scrittore

Tastiera – è indispensabile o sorpassata?

_di Roberto Vacca

Sono davvero morte e seppellite le tastiere dei computer e delle macchine da scrivere? Le icone e i computer che scrivono sotto dettatura (pronunciata velocemente) le hanno sostituite per sempre? Lo sostengono vari pedagoghi e informatici americani. Qualche decennio fa nelle scuole americane era diffuso l’insegnamento della dattilografia. Molte ragazze venivano addestrate per diventare segretarie. Imparavano a stenografare quel che dettavano i loro principali o, almeno, a scrivere a macchina rapidamente. Negli ultimi 20 anni, invece, i corsi di dattilografia nelle scuole si fanno rari.

Quanto rapidamente? I campioni di dattilografia superano le 1000 battute al minuto – più veloci di una telescrivente. Usano tutte e dieci le dita e non hanno bisogno nemmeno di guardare la tastiera. Questa abilità in italiano si chiama “tastiera cieca” e viene insegnata anche in corsi mirati a conseguire la Patente Europea di Computer. In inglese si chiama touch typing = “scrittura a tocco”. Secondo il Guinness dei Primati la dattilografa più veloce del mondo è Barbara Blackman che usa, però, la tastiera speciale Dvorak con le vocali raggruppate a sinistra e le consonanti a destra. La campionessa scrive 200 parole al minuto, equivalenti a 1.200 battute, cioè 20 al secondo. È una prestazione da virtuosa, credo simile a quella di certi chitarristi. Sono velocità che si raggiungono solo scrivendo parole che hanno senso. Il cervello le registra ed emette ordini fulminei alle dita che le scrivono. Nessuno sa scrivere così velocemente lettere a caso o parole senza senso.

In USA 25 anni fa chi aspirava a un impiego come assistente amministrativo doveva saper scrivere almeno 300 battute al minuto. Se volete misurare la velocità a cui digitate, il test, che trovate su www.typingtest.com, si fa in 2 minuti, misura le battute o le parole al minuto e vi dice anche che percentuale di parole avete scritto male. Il testo da copiare è in inglese. Su Internet ne vengono offerti molti altri – tutti da aziende che offrono in vendita a qualche decina di dollari un sistema per imparare la tastiera cieca. Se ne trovano anche in italiano, ma non ho trovato siti che offrano  il test di velocità in italiano.

Secondo altri insegnanti e informatici saper scrivere a tastiera cieca è essenziale per lavorare in un ufficio moderno, per accedere a Internet e per scrivere i temi di scuola. Chi ha ragione? Posso suggerire risposte sensate in base alla mia esperienza personale.

Le macchine da scrivere hanno punteggiato la mia infanzia. Mi addormentavo nella culla al suono della Underwood con cui mia madre, giornalista, scriveva i suoi articoli. Alle elementari avevo una brutta calligrafia e appena potevo, scrivevo a macchina lettere e poesie. I maestri, però, esigevano compiti scritti a mano. Poi, per molti decenni, scrivevo a macchina progetti di ingegneria, studi e relazioni industriali e, più tardi, articoli di giornale e libri. Ho sempre digitato i testi usando solo un dito per mano (il medio), ma arrivavo a 200 battute/minuto – e non commettevo più di un paio di errori per pagina. Li individuavo prima di togliere il foglio e battevo più volte il carattere giusto sopra quello sbagliato: tecnica rozza, ma efficace. Ora da decenni scrivo al computer – e commetto molti più errori di battitura. Una delle ragioni è che la tastiera dei computer ha tasti più piccoli e vicini fra loro: dunque sbagliare è più probabile. Le cose vanno peggio con portatili e palmari. Tempo fa avevo inventato ditali a punta con cui mirare meglio al centro dei tasti e sbagliare meno, ma non funzionavano bene. C’è un’altra ragione per cui sbaglio di più se scrivo al computer. So bene che correggere è così facile. Mi conviene scrivere molto rapidamente e poi eliminare gli sbagli. Mentre lo faccio, rileggo il testo appena composto e lo miglioro. Tolgo parole inutili, cambio ove opportuno l’ordine delle frasi e così via. L’importante è scrivere le cose giuste: per questo ci vuole riflessione, non la velocità del fulmine.

Bisogna anche scrivere correttamente. L’ortografia inglese è più difficile di quella italiana e si trovano manager americani e inglesi che fanno sbagli tremendi nello scrivere anche parole facili. In italiano sono rari quelli che non conoscono l’ortografia – meno rari quelli che pensano in modi vaghi approssimativi.

Se usiamo il computer non dobbiamo dimenticare come si scrive a mano. Scrivere a mano in modo leggibile è una necessità assoluta, specialmente in condizioni di emergenza. È bene scrivere in stampatello (a grandi caratteri) i cartelli che recano messaggi importanti. La nostra scrittura corsiva dobbiamo capirla almeno noi stessi. Non è grave se è brutta e sciatta. Alcuni miei amici colti e geniali scrivono in modo indecifrabile.

Il corsivo che si insegna ancora nelle nostre scuole elementari è antiquato, soprattutto per quanto riguarda le maiuscole. Sarebbe meglio scriverle in stampatello: più chiaro e più facile da imparare. Lo si fa già con la grafia “script”, usuale in Inghilterra e da anni entrata anche in Italia.