L'angolo dello scrittore

Si scioglie il ghiaccio antartico? Sospendiamo il giudizio

IL MATTINO – 20 Marzo 2002 – Roberto Vacca

Cresce la velocità alla quale si sciolgono i ghiacci dell’Antartide. Lo ha comunicato il Centro di Studi su Neve e Ghiaccio dell’Università del Colorado (www.nsidc.org). Lo dimostrerebbe la diminuzione dell’area della piattaforma glaciale Larsen B, scesa da 5.700 a 3.250 km2e, quindi, la sparizione di una massa di ghiaccio di 700 miliardi di tonnellate. Già nel 1995 erano state diffuse notizie allarmistiche: in Antartide si era staccato un iceberg enorme di circa 1700 km2. Quando le agenzie di stampa danno notizie come questa, qualcuno ci ricorda che il livello dei mari si innalzerebbe di 70 metri (e tutte le città costiere sarebbero sommerse), se si sciogliesse tutto il ghiaccio del continente antartico. Magari aggiunge che questo processo è dovuto al riscaldamento globale dell’atmosfera, causato a sua volta dall’aumentata concentrazione di anidride carbonica nell’aria.

A prima vista tendiamo a dare credito alle previsioni pessimistiche. Infatti gli studiosi dell’Università del Colorado hanno buona fama e si sa bene che la percentuale di COnell’atmosfera è cresciuta dalle 316 parti per milione dal 1959 alle 373 attuali. Attenti però! La percentuale di CO2 nell’atmosfera ha subìto variazioni notevoli nel corso delle ere passate. E’ possibile ricostruirne i valori proprio analizzandone le quantità contenute nei ghiacci profondi dell’Antartide. E molti scienziati discutono se siano state le variazioni del clima a cambiare la percentuale di COnell’atmosfera o se siano state le variazioni di questo gas a cambiare il clima.

Comunque gli scienziati non sono tutti d’accordo. Il geofisico C.L. Hulbe dell’Università di Chicago (e anche lui ha una buona fama) ci ricorda alcune nozioni rilevanti. Anzitutto una piattaforma (in inglese shelf), come la Larsen B, è costituita da una enorme lastra di ghiaccio che galleggia sul mare – quindi, se si scioglie, il livello dell’acqua non aumenta, ma si abbassa leggermente perché il ghiaccio ha volume specifico maggiore di quello dell’acqua. Sembra, poi, che l’aumento di temperatura nell’Antartide sarebbe circoscritto alle penisole costiere, mentre all’interno la temperatura sta scendendo. Infine, secondo Hulbe ed altri, un aumento della temperatura porterebbe paradossalmente a far crescere e non diminuire lo spessore del ghiaccio che copre il sesto continente. Infatti se aumenta la temperatura della superficie del mare, diminuiscono le aree coperte da ghiaccio e, quindi, aumentano l’umidità dell’aria e le precipitazioni nevose.

Purtroppo su questi fenomeni non si possono fare esperimenti – e non è detto che le spiegazioni che suonano più plausibili siano quelle giuste. In conclusione credo che noi profani dobbiamo sospendere il giudizio, seguendo il consiglio dei filosofi scettici (fra cui Carneade) di ventidue secoli fa. Teniamo conto anche del fatto che questi scienziati non propongono verità assolute, ma solo ipotesi ragionevoli.

Dalle analisi di giacimenti e di fossili risulta che ci furono glaciazioni importanti 700, 400 e 4 milioni di anni fa. Negli ultimi 600.000 anni ci sono state 4 ere glaciali. Le escursioni della temperatura media erano di 6 – 8°C. E nessuno sa bene perché siano successe. Lo scienziato jugoslavo Milutin Milankovic sostenne che dipesero da piccole irregolarità dell’orbita della terra attorno al sole, della precessione e dell’inclinazione dell’asse terrestre. L’astronomo Sir Fred Hoyle le attribuì all’impatto di grossi meteoriti di pietra (che causavano l’inizio di un’era glaciale per il polverone sollevato che oscurava il sole per una decina di anni). Secondo Hoyle la fine del freddo veniva causata dall’impatto di un grosso meteorite metallico cui conseguiva la presenza di particelle metalliche che con il loro basso calore specifico facevano innalzare la temperatura dell’aria assorbendo la radiazione solare. Non si è trovata alcuna spiegazione del tutto convincente. Sospendere il giudizio è ragionevole. Siamo ignoranti sulle variazioni del clima a lungo termine. Nessuno sa perché dal IX al XII secolo la temperatura era più alta e i vichinghi colonizzarono la Groenlandia meridionale, chiamandola “Terra Verde” e poi l’abbandonarono cacciati dal freddo. Nessuno conosce le cause della mini era glaciale che durò dal XVI al XVIII secolo. Gli allarmismi sono inopportuni. E’ vantaggioso, invece, studiare di più per capire il mondo in cui viviamo e per viverci meglio.