L'angolo dello scrittore

Orologi decimali

_di Roberto Vacca

Il sole di mezzogiorno entrava dalle grandi finestre dell’appartamento di Boulevard de la Madeleine, ove Antoine Laurent Lavoisier si era ritirato nel Novembre del 1793, dopo che la Convention Nationale aveva dissolto l’Academie des Sciences. Lo scienziato finì di scrivere la nota su cui aveva lavorato tutta la mattina e disse:

Je me rend bien compte qu’il est cinq heures, Anne Marie, mais j’ai faim. Allons dejeuner.” [“So bene che sono le cinque, ma ho fame. Andiamo a pranzo.”]

Anne Marie Paulze, la sua bella moglie (che appena tredicenne lo aveva sposato), guardò il grande orologio da parete e annuì. L’unica lancetta puntava in basso verso la cifra 5. Si alzò dal tavolo di lavoro e si avviò a seguirlo. Era lui l’inventore dell’orologio digitale, che aveva il quadrante suddiviso in 10 ore, ciascuna delle quali (suddivisa in 100 minuti, ciascuno suddiviso in 100 secondi) durava 2 ore e 24 minuti secondo la numerazione tradizionale.

Lavoisier, l’inventore della chimica moderna, collaborava con altri scienziati a definire il sistema metrico decimale. In quei giorni era impegnato a determinare con precisione il kilogrammo, definito come la massa di acqua distillata contenuta in un cubo con il lato di un decimetro. [Il metro era definito come la quarantamilionesima parte del meridiano terrestre.]

Prima di uscire Anne Marie porse al marito il suo orologio d’oro (decimale contenente anche un contapassi e una bussola [Fig.1] ). Lavoisier lo mise in tasca e si avviò. Appena giunto in strada, vide venirgli incontro uno dei suoi assistenti che lo apostrofò:

Maitre! Oggi 4 Frimaio [24/11/1793] la Convention ha promulgato la legge! Ora tutti gli orologi dovranno essere decimali!”

Il Maestro se lo aspettava: sorrise, ma non si fermò. Pochi passi dopo il sorriso si gelò sulle sue labbra. Due gendarmi armati di fucile con la baionetta inastata gli si erano messi ai fianchi:

Cittadino Lavoiser, la Convenzione vi ordina di seguirci alla prigione di Port-Libre ove fornirete le spiegazioni che saranno richieste.”

Gli diedero poche informazioni: sarebbe stato interrogato con i suoi colleghi della Ferme Générale – l’ente che aveva dal re l’appalto per la riscossione delle imposte. Era stato un incarico molto redditizio, terminato tre anni prima. Jacques Paulze, suo suocero e suo collega alla Ferme, fu arrestato lo stesso giorno. Il loro accusatore, Antoine Dupin – altro ex collega – dapprima li incriminò per furto, poi per tradimento della Repubblica e collusione con Stati stranieri. Lavoisier (nei 5 mesi di prigionia) continuò a scrivere trattati scientifici. Fu visitato spesso dalla moglie, che, altezzosa, ebbe scontri con Dupin, inizialmente ben disposto, dal quale pretendeva che prosciogliesse tutti gli imputati. Lavoisier e Paulze furono condannati a morte. Alcuni scienziati chiesero al giudice, Coffinhal, la grazia almeno per quel genio di Lavoisier, ma lui rispose che la Repubblica non aveva bisogno di geni. Lo stesso Lavoisier chiese inutilmente di posporre l’esecuzione di due settimane nelle quali avrebbe completato la procedura per la definizione del kilogrammo

Pare apocrifo quanto asserito da certi biografi che Lavoisier avesse detto a taluno:

Prima che cada la lama dalla ghigliottina inizierò a battere rapidamente le palpebre. Vedi per quanto tempo continuo, dopo che la mia testa sarà mozzata.” – avrebbe continuato per 15 secondi.

Mi ha stimolato a cercare quanto sopra la mia sapiente amica, chimica e nanotecnologa, Laura Boschis; mi ha mandato il link a: http://www.thelightcanvas.com/un-orologio-rivoluzionario-a-chivasso/ , ove si trova la storia dell’orologio decimale sul timpano di Palazzo Einaudi a Chivasso installato dai francesi sulla caserma di Piazza d’Armi nei primi anni del secolo 19°. In Francia gli orologi digitali non ebbero grande fortuna e Napoleone li mise fuori legge nel 1806.