L'angolo dello scrittore

La recrudescenza di Berlusconi

– di Roberto Vacca_

Ho preso questo titolo dal racconto di Kipling The Recrudescence of Imray [in Mine Own People] in cui un funzionario del grande Impero Indiano sparisce misteriosamente. Mesi dopo, il Sovrintendente Strickland va ad abitare nel bungalow che era stato di Imray – e nel sottotetto ne trova il cadavere con la gola tagliata. Era stato ucciso dal suo servitore indiano.

Sta solo nel loro recrudescere l’analogia fra Imray e Berlusconi. Quest’ultimo “tornò inasprito” (Lat. “recruduit”) anche se nessuno gli aveva tagliatola gola. In senso metaforico se l’era tagliata da solo. Secondo alcuni avrebbe dovuto – non tagliarsi la gola, ma almeno ritirarsi in buon  ordine già nel Gennaio del 2011 dopo aver letto la seguente micidiale intervista rilasciata dall’allora presidente egiziano Mubarak – circa un mese prima delle sue dimissioni. La riporto qui di seguito:

Estratto di conversazione telefonica fra il Rais Mubarak (RM) e un giornalista conosciuto solo con le iniziali D.L.D.L.: … Signor Presidente, ho appreso che: il suo nome è stato citato in modo leggero e indebito in questa squallida saga. Le chiedo, però, in via solo ipotetica, come avrebbe reagito se il Signor Berlusconi l’avesse chiamata offrendo la sua cooperazione per far passare sotto silenzio un’accusa di furto contro una sua nipote – minorenne?

RM: Lo avrei informato che i figli dei miei figli sono stati educati a seguire standard di comportamento molto severi e che, quindi, un’accusa di questo tipo mi sarebbe apparsa come una macchinazione diffamatoria o come un ovvio caso di false generalità dichiarate da un’accusata. Nell’ipotesi assurda che un mio parente fosse accusato di furto in un paese straniero, avrei severamente rifiutato di approvare qualunque tipo di insabbiamento – io credo fermamente nella giustizia. Fustigherei – verbalmente – chiunque fosse così temerario da suggerire che una proposta disdicevole di questo tipo potrebbe mai evocare la mia approvazione o la mia gratitudine.

DL:  Signor Presidente, lei ha nipotine minorenni?

RM: Buona domanda: non ne ho. Questa semplice circostanza si sarebbe dovuta chiarire prima di sognarsi di creare quella che lei chiama questa “squallida saga”.

DL: Grazie per la sua pazienza, Signor Presidente.

 

Segue il testo originale dell’intervista:

Excerpt of telephone conversation between Rais Mubarak (RM) and a journalist known only by his initials (DL)

DL: …. so I understand, Mr. President, that your name was brought in very lightly and unduly into this rather drab saga. May I ask, however, in a purely hypothetical way, what would have been your reaction if Mr. Berlusconi had called you volunteering his cooperation in the cover up of an alleged theft attributed to a grand-daughter of yours – a minor?

RM: I would have informed him that my grand-children have been brought up to strict standards of behaviour and that any accusation of that ilk had to be considered as wilfully construed to defame or as a blatant case of impersonation. In the unconceivable assumption that any relative of mine could have been accused of theft in a foreign country, I would have sternly declined to approve of any cover up – I am a firm believer in justice. I would flog, verbally, anybody so bold as to hint that a disreputable suggestion of this kind might hope to evoke my approval or gratitude.

DL: Mr. President, do you have any minor grand-daughters?

RM: A good point: I do not. This simple fact should have been established before even dreaming of creating what you called this “drab saga”

DL: Thank you for your patience, Mr. President.

 

*      *      *

Il lettore accorto avrà certo capito subito che l’intervista è apocrifa. La scrissi io nel Gennaio del 2011 e la mandai a vari giornali – spiegando che si trattava di una spiritosa invenzione.

Nessunola pubblicò. MarcoTravagliomi disse  che era meglio non pubblicarla perché era troppo plausibile. È per questo che la dissemino adesso. Il fatto che fosse plausibile dovrebbe ispirare ogni cittadino razionale a dissociarsi  da gruppi o movimenti connessi con il Berlusconi o che siano da lui influenzati.