Le parole dei giurati

La stupefacente e unica bellezza della città, ha fatto da cornice a un’iniziativa estremamente lodevole e perfettamente organizzata.

– di Valeria Viganò
Presidente Giuria Premio Energheia_1997, III Edizione_

È con grande piacere che ho seguito da vicino la terza edizione del premio Energheia che si è svolto a Matera quest’anno. Come Presidente della giuria ho potuto constatare la vivacità culturale di una cittadina che di piccolo ha soltanto popolazione e estensione geografica. La sua stupefacente e unica bellezza ha fatto da cornice a un’iniziativa estremamente lodevole e perfettamente organizzata.
L’istituzione di un Premio nazionale per racconti riservati a scrittori e scrittrici giovanissimi è un propulsore formidabile per la produzione e la raccolta di lavori che spesso giacciono nei cassetti e non hanno destinatari pronti ad ascoltare la voce di chi crede nella letteratura e tenta questa difficile strada. La quantità di racconti sono convinta aumenterà di anno in anno, favorendo la crescita, la maturazione e magari la scoperta di nuovi talenti. Il gruppo di Energheia si affianca a Matera alle tante iniziative culturali che vi trovano sede prestigiosa e inconfondibile, e come ho sperimentato associa, nei suoi promotori, serietà e amore verso la letteratura. Avrei anzi desiderato leggere più di dieci racconti che mi sono stati proposti e a cui ho dato valutazioni obiettive. I cento racconti giunti al premio sono stati suddivisi in due sezioni seguendo il criterio anagrafico, tenendo conto della diversa esperienza che soggiace alla narrazione di chi ha sedici , diciotto anni e chi invece ha già acquisito una certa maturità espressiva e esistenziale. Mi sembra un principio corretto che ha permesso due vincitori meritevoli. Il plauso all’iniziativa si accompagna quindi alla convinzione che altre edizioni seguiranno e il Premio acquisterà perciò maggiore risonanza e interesse.
I racconti premiati sono diversissimi tra loro, a riprova che il mondo immaginativo che fa nascere è composito e sempre vario. Il racconto migliore si inserisce in quel filone narrativo che parla dell’oggi senza scadere in un linguaggio banale o accomodante. È un testo compatto che viaggia con padronanza tra interiorità e mondo esterno, ambientato in un luogo di profonda riflessione qual è un ospedale, in uno stato di particolare attenzione che è la malattia. La scrittura è apparsa alla Giuria densa e scorrevole e nel suo totale contesto non presenta alti e bassi e ha una coerenza che lo accompagna dall’inizio alla fine.

Nella foto_Alberto Scarponi e Valeria Viganò, componenti la giuria della III edizione del Premio Energheia 1997