Le parole dei giurati

Uno spazio trovato e offerto ai giovani per contemplare la bellezza delle parole

_ di Silvia Ballestra
Presidente Giuria Premio Energheia, 2002_VIII Edizione_

Non è facile tenere in vita un concorso-premio per esordienti. Non è facile perché la ricerca non viene premiata. L’Italia è un paese di premi di maggioranza, e questo tempo, per l’Occidente, è un tempo di primi in classifica che spazzano via tutto il piatto senza lasciare nulla ai secondi, terzi e quarti qualificati. Non è un premio che va in televisione, quello per gli inediti, e non è un premio che gode di variazioni alla finanziaria per poter essere sovvenzionato. Non ci sono state resse per ascoltare scrittori come rockstar e neanche esibizioni particolari.
Però qui c’è tanta attenzione, quella di Matera, con le sue preziose piazze, la bella libreria, le botteghe artigiane di artisti ironici e abili, i Sassi antichissimi e dolcemente umani, nella loro misura, i giovani che vengono seguiti e ascoltati. Già, i giovani. Una delle cose più belle di questo premio è il tetto d’età: come accade sempre, non sappiamo quanti di questi ragazzi continueranno a scrivere, ma intanto uno spazio possibile è stato trovato e offerto. Anche grazie alla pazienza e alla dedizione di Felice, Rossella, Giovanni che si prodigano eroicamente, e grazie agli amici dell’associazione Energheia che offrono ospitalità e bellezza. Così è stato un onore e una gran bella esperienza poter presiedere la giuria che si è occupata di leggere i racconti (gia scremati, grazie!). Per decidere il vincitore c’è stata discussione e questo significa che le cose buone da tenere in considerazione erano numerose e stimolanti, segno di vitalità e energia. Ognuno di noi giurati aveva un suo preferito (il mio non è neanche stato preso in considerazione) ma alla fine, assieme ad Andrea Demarchi che, come me, proviene dall’esperienza del laboratorio Under 25 curato da Pier Vittorio Tondelli, abbiamo spinto affinché fosse premiata una giovanissima che aveva osato anche confrontarsi con una certa sperimentazione di lingua e stile. Successivamente (le regole del concorso prevedono che solo i testi, all’inizio parlino, con riservatezza totale su provenienza geografica e curriculum dell’autore, si conosce solo l’età dello scrivente) abbiamo scoperto, con soddisfazione e sorpresa, che tutti i testi candidati alla vittoria erano di ragazzi del Sud e la vincitrice di Bari. Oltre a questo, c’è stata anche la bella sorpresa di una quantità di lavori eterogenei e maturi da leggere con piacere.
Così, accanto al lavoro appassionato degli amici di Matera, pensiamo d’aver dato il nostro piccolo contributo per far sì che la ricerca continui e che i giovani che si avvicinano alla scrittura sentano più vicini l’incoraggiamento e la possibilità di “farcela”.
Due parole, per concludere, su Matera, sperando di non apparire troppo retorica o al servizio dell’assessorato al turismo o di qualche agenzia viaggi. Non sarò né la prima né l’ultima a dirlo (più dell’Unesco?), ma a Matera è un posto semplicemente speciale. Il fatto di poterla vivere e conoscere, anche se per tre giorni, a contatto con la parte migliore della città (gli intellettuali, i giovani) è un dono che amplifica e potenzia la già magnifica impressione da “turista”. Grazie quindi, davvero, e avanti così, sperando che il Premio cresca sempre più e raccolga sostegno sempre più grande perché lo merita proprio.

Nella foto_Silvia Ballestra con Cosimo Argentina