I racconti "brevissimi di Energheia"

I brevissimi 2001 – La slavina di Cristian Capaldi_Verdello(BG)

 anno 2001 (I sensi – Gli odori)

– “Un buon giorno a lei ..o..a chi per lei..” –
La voce é impastata.
– ” Sono la dea della fortuna.” -.
Sembra una vecchia alcolizzata.
– ” Pronto…di cosa si tra..”-
– ” Venga da me subito..l’aspetto per un colloquio privato…con la cravatta ….veloce e tempestivo ….”-

14.30. Caldo torrido. Non trovo il civico. La permanente rossa di una figura scomposta fa capolino sotto la tapparella di una finestra. Al primo piano, sulla mia testa.
– “Mi scusi.. il numero..”-
– “Lei é l’aspirante shampista!.”-.
– “Veramente non…”_
– “Salga, salga…e..non faccia il cipollone!..”
La porta é aperta. Una vampata fritto mi da il benvenuto. Disorientato, avanzo circospetto. Della stordita nemmeno l’ombra. Al suo posto ringhia un gomitolo nero ,bavoso e puzzolente, che si avvinghia con ferocia alle mie chiappe sudate .
– “Ehi! Ehi!..ma che cazz..”-
– “Così Trudy..azzanna Trudy!..”-
In minigonna ascellare, sbucata non so da dove col passo felpato, la signora del telefono suona la carica alla belva in miniatura.
– “Ok Trudy, adesso molla il culetto.. l’ha scambiata per un uccellone ..mi segua e abbassi la cresta..”-
Sconcertato e mezzo dissanguato, caracollo dietro la padrona di casa, che mi ha già seminato quando agguanto Trudy per la pelliccia e lo lancio in fondo al corridoio.
“Cai!..Cai!..”-
Smarrito, in bilico sulle gambe molli, valuto la ritirata, ma la provola ammuffita mi aspetta al varco:
– Si accomodi. ..muto e rassegnato …”_
Al culmine del coma etilico, l’ubriacona ossigenata mi presenta al suo braccio destro. Presumo sia il compagno di bevute.
– “Piacere Finzi..della Shampoo&Schiuma.”-
Il ventilatore a centro tavola non funziona. La sensazione di un evento clamoroso mi avviluppa il fondoschiena. Vittima di una ristrutturazione aziendale, forse ammalato, dormo poco e ho la pressione alta. Il dottore di fiducia mi ha diagnosticato la stitichezza del precario. Così sto all’erta, ogni giorno, ogni mezz’ora, nella speranza di liberare il peso opprimente.
Finzi ,moscone da bar molto ispirato, esordisce con il piglio del cacciatore di teste navigato:
“Lei quanto guadagnava ? “-
-“…un milione…circa..”-.
La tardona mi sputa in faccia una risata sguaiata, poi si defila, barcollando, dietro una tenda.
” Ma lei aspira al doppio! “-
– ” Scagli la prima pietra chi non lo aspira.. al doppio.”-
Rispondo in modo disarticolato, con l’espressione dell’apostolo sacrificato, disturbato da quel malessere imbarazzante..
– ” .Sogni nel cassetto?.. “-
La mitragliata dell’alcolista anonimo è spiazzante. Un fuoco d’artificio si accende sotto il mio sedere. Il cassetto non sarebbe l’ideale per custodire un sogno anale. Ci vorrebbe più spazio… per contenere la valanga che minaccia di dilaniare il mio jeans a zampa di elefante.
– ” Un sogno?..così su due piedi…”-.
-” Lo immaginavo!…”-
Lo stronzo ha ingranato la marcia e adesso schiaccia l’acceleratore :
– ” Lei ha bisogno di purificarsi.. deve scaricare l’accumulo di energia negativa che rischia di arrugginirla!.. “-
La diffidenza che ho sempre nutrito nei confronti di questi responsabili di risorse disumane, nel caso specifico del Finzi si era rilevata sproporzionata. Questo cultore del vino imbottigliato aveva colto nel mio sguardo agitato l’ansia della liberazione. Si trattava, semplicemente, della voglia di fare la cacca. Il Finzi , in verità, il male oscuro lo aveva quasi diagnosticato, ispirato dalle ripetute scoregge che sulle scale avevo assecondato platealmente, pregustando i sintomi di evacuazione imminente. Incalzato dal colon ingolfato, prendo coraggio:
-” Posso rinfrescarmi?..mi sento appiccicoso, e Trudy mi ha quasi pisc..add..sso…”-
-” Faccia come fosse a casa sua!.”-
– ” La ringrazio con tutto il cu..il cuore…”-
Di certo non mi sarei risparmiato.
– ” In fondo al corridoio..e lasci stare l’accappatoio!.. ” –
Dal divano, la cicciona impasticcata mi indica la toilette con il collo di una bottiglia di Peroni. Quando sei vicino alla meta i pensieri scorrazzano e non ti danno tregua. Provo a fare il calcolo degli arretrati da smaltire. Ma il bagno sarà attrezzato? Il dubbio lo soffoco nella tazza scintillante. Chiudo gli occhi. Respiro profondamente. Due scariche a vuoto, un regalino di riscaldamento e poi, finalmente, , la sofferta slavina liberatoria. Ricordo un evento della mia vita altrettanto emozionante. Forse il primo gol segnato da dilettante. Trudy mi aveva pedinato. La sua ombra, attraverso il vetro della porta, si era rimpicciolita. Si sarà accasciato, tramortito dalla bufera tossica. In cucina Bonny&Clide consumano l’attesa brindando con del vino bianco frizzante. Mi defilo. Silenzioso. Precario e leggero.