I racconti "brevissimi di Energheia"

I brevissimi 2003 – Anima e corpo di Claudia Comina_Roma

anno 2003 (I sensi – Sfiorare)

Rannicchiata sul fianco destro, pensava a quanto si era arrabbiata con lui,

quella sera. E che in quel momento lui – sì, proprio lui – stava rannicchiato

nel suo stesso letto, ma sull’altro fianco, dormendo già e sognando chissà

cosa. Mentre a lei la gelosia, che l’aveva turbata più di quanto potesse

immaginare, continuava a tormentarla. Immagini e parole, reali e non,

affollavano la sua mente e la stanza. La sua morbosa curiosità ed il

risentimento, erano accresciuti dal fatto di non sapere come lui fosse

riuscito ad addormentarsi – se lo avesse fatto di proposito per non

ascoltarla più, o se, invece, fosse semplicemente crollato per il sonno -,

ma soprattutto dal fatto di ignorare l’umore con il quale si fosse

addormentato – se fosse adirato o, invece, sereno. E lei era lì, trascinata

dal fiume dei suoi pensieri, arresa di fronte alla dura realtà di non poter

parlare con lui e di non poterlo fare fino al mattino seguente. A meno che

non lo avesse svegliato. Ma in fondo, di cosa gli avrebbe dovuto parlare

ancora… delle sue assurde paranoie? Paure? Sogni? Utopie? Tutto ciò alle

tre del mattino? No, l’unica cosa da fare era aspettare. Il sonno. Il giorno

seguente. La prima parola di lui.
D’un tratto, però, assestandosi insonne nel letto, sfiorò per un lungo

istante il polpaccio di lui, con un dito del piede. Allora tutti i suoi pensieri,

che fino a quel momento avevano vagato nello spazio e nel tempo,

svanirono in un’emozione. Si ricordò di avere un corpo. E le riaffiorarono

le sensazioni delle tante appassionate notti trascorse insieme; insieme al

desiderio di accarezzarlo per ore. Senza pensarci troppo, allungò

nuovamente il piede fino a toccarlo delicatamente. Non importava dove:

quel contatto serviva a dare sfogo ai suoi tumultuosi pensieri, ad

avvicinarla a lui, a colmare le distanze che, fino a quel momento, li

avevano separati.
Bastarono pochi attimi, un lungo respiro, un sospiro e lei si addormentò

così, con la speranza di risvegliarsi abbracciata a lui e la paura di sentirsi

dire “Non mi toccare”.