La storia, i personaggi, gli eventi

Il progressive rock_La storia

 

prog2Il rock progressivo italiano è una corrente del progressive sviluppatasi in Italia all’inizio degli anni settanta. Si può sicuramente dire che, insieme al fenomeno cantautorale, si tratta di uno degli episodi più importanti della musica leggera italiana, che ha riscosso successo e considerazione anche oltre i confini nazionali, soprattutto con gli Area, gli Arti e Mestieri, il Banco del Mutuo Soccorso, i Goblin, Le Orme, i New Trolls, la Premiata Forneria Marconi e gli Osanna. Nei primi anni settanta il genere musicale veniva chiamato più semplicemente “Pop Italiano”.

Il rock progressivo viene convenzionalmente fatto nascere in Inghilterra, dopo una lunga gestazione che si fa risalire ai Beatles di Sgt.Pepper, con la pubblicazione nel 1969 e dell’album In the Court of the Crimson King dei King Crimson. L’Italia fu interessata dalla cosiddetta British invasion, e i gruppi progressive mutuarono praticamente tutti gli stilemi del rock sinfonico britannico: brani lunghi e strutturati (le suite), album a tema (i concept album), testi sofisticati e pretenziosi con frequenti riferimenti alla mitologia, alla filosofia e al fantasy, contaminazione con la musica classica e grande enfasi sulle tastiere (che spaziano dall’ organo hammond al clavicembalo, dal moog al mellotron), soluzioni ritmiche complesse, arrangiamenti barocchi, copertine dalla valenza artistica. Fra i principali gruppi ispiratori si possono citare in primo luogo i Genesis, autori di un fortunatissimo tour lungo la penisola nell’aprile e agosto del 1972, ai quali si rifaceva la maggioranza dei gruppi melodici, i King Crimson, gli Emerson, Lake & Palmer e The Nice, citati dai gruppi incentrati sulle tastiere, i Gentle Giant per gli impasti strumentali e le ance, gli Yes, i Van der Graaf Generator, per le loro sfumature dark, e i Jethro Tull con le loro atmosfere folk e le partiture basate sul flauto. Importanti riferimenti furono i prog3Deep Purple per i gruppi dalle sonorità più dure. I primi gruppi post-beat furono influenzati anche da gruppi meno celebrati, quali i Quatermass e i Colosseum. Si possono trovare riferimenti anche ai Vanilla Fudge, ai Led Zeppelin e ai Pink Floyd. Diffusamente presente infine è l’influenza dei gruppi della scena di Canterbury, soprattutto i Soft Machine, i Gong e i Caravan.

La Storia_Dal beat al pop

Il primo album con tracce di progressivo fu l’album Dies Irae dei Formula 3, prodotto in gran parte da Lucio Battisti. Il primo lavoro progressive a godere di credito anche all’estero, però, si ebbe nel 1971 con l’uscita di Collage, secondo LP delle Orme. Un anno prima il tastierista Tony Pagliuca, con l’aiuto di Armando Gallo, storico fotografo e giornalista musicale, si era introdotto nell’ambiente musicale londinese per frequentare i gruppi progressive emergenti e apprendere il nuovo corso. Tornato in Italia si rinchiude con i suoi due colleghi in una baita a San Boldo, un paesino di montagna vicino Asiago, e dopo un mese di prove – portarono il materiale registrato al produttore artistico Gianpiero Reverberi – venne partorito il capostipite Collage. Il disco, al di là del suo valore tecnico, ebbe una grande accoglienza perché l’ambiente musicale italiano era oramai maturo. In Italia in piena era beat (1966-1970) le opere proto-progressive di gruppi inglesi come i Moody Blues o i Procol Harum, erano state un successo, all’alba degli anni settanta, fu il primo paese a riconoscere il talento di alcuni gruppi progressive inglesi, quali i Genesis, i Gentle Giant e i Van der Graaf Generator, i cui primi album erano stati ignorati in patria, divenendo il loro mercato di riferimento. Inoltre durante l’era beat erano sorti molti gruppi italiani in possesso di doti tecniche e talento compositivo all’altezza per recepire i nuovi stimoli provenienti dalle avanguardie musicali inglesi.

Tre queste le Orme e la Premiata Forneria Marconi, entrambi autori agli esordi di pezzi e dischi beat. Le Orme avevano esordito nel 1969 con Ad gloriam, giudicato uno dei migliori dischi psichedelici del periodo, mentre il nucleo della futura PFM con il nome di Quelli aveva inciso solo alcune cover di motivetti, tra i quali La bambolina che fa no no no e La ragazza ta ta ta. Anche i New Trolls avevano cominciato realizzando lavori beat, che contenevano già in embrione gli stilemi di quella che sarebbe stata la produzione futura (i 45 giri Visioni/Io ti fermerò e Sensazioni/Prima c’era luce e l’album Senza orario senza bandiera sono lavori che anticipano il genere progressive). Molti altri gruppi nacquero durante l’epoca beat, ma a parte i pochi già citati, non lasciarono incisioni che documentano le loro origini. Tra quest’ultimi il Banco del Mutuo Soccorso, nato dalla fusione di due gruppetti sorti al crepuscolo dell’era beat. Peculiare è la vicenda dei Trip, gruppo arrivato dall’Inghilterra, tra i pochi in Italia a proporre un sound di matrice psichedelica prima di approdare al rock progressivo.

Il progressive italiano dei primi anni settanta

prog1L’uscita di Collage nel settembre del 1971 fu l’avvio di una nuova fase per il rock italiano. Meno di un mese dopo, la Premiata Forneria Marconi fece uscire il singolo Impressioni di settembre, con il testo di Mogol, che conteneva il celebre inciso di minimoog rimasto uno dei capisaldi progressive più famosi di sempre. Lo strumento, all’epoca decisamente innovativo e costoso, era stato ottenuto in prestito. Molti anni dopo il batterista, uno dei leader del gruppo, dirà:

« All’epoca lo strumento nuovo che ha lanciato la musica progressive è stata la tastiera che da normale pianoforte è diventata qualche cosa in più. Il mellotron ha fatto nascere la possibilità di creare in un gruppo il suono di un’orchestra. Con i nastri registrati creava un effetto avvolgente che dal vivo aveva un effetto indescrivibile. Il moog è uno strumento che ha regalato un suono nuovo, un suono non-suono che evoca sensazioni ancestrali, che produce una vibrazione che ti scuote dentro. Via via che gli strumenti si modificavano noi eravamo sempre aggiornati. »
(Franz Di Cioccio)

All’inizio del 1972 uscirono – a breve distanza l’uno dall’altro – gli album d’esordio della PFM (Storia di un minuto) e del Banco del Mutuo Soccorso, entrambi accolti con acclamazione dalla critica e dal pubblico. Entrambi gli album si succedettero nelle zone alte delle classifiche di vendita, e lo stesso accadde poco dopo al singolo Gioco di bimba delle Orme, che arrivò al primo posto. Da quel momento la “troika“ PFM-Banco-Orme divenne l’architrave su cui si sarebbe retto il breve regno del progressive italiano. Nell’estate del 1971 c’era già stato il successo del Concerto grosso per i New Trolls, primo lavoro di rock orchestrale italiano, con tanto di digressioni hard e citazioni hendrixiane.

prog5In realtà lavori e gruppi in qualche misura progressivi si erano già affacciati ben prima, senza però riscuotere un simile consenso. Oltre al già citato Senza orario senza bandiera, uscito nel 1968 e considerato il primo concept album italiano, un disco annoverato tra i veri anticipatori del genere è Sirio 2222 – pubblicato nel 1970 dal Balletto di Bronzo. Nel periodo tra il 1971 e il 1972 furono pubblicati gli LP d’esordio di molti gruppi di valore, tra i quali, oltre ai Trip, gli Osanna, il Rovescio della Medaglia, Quella Vecchia Locanda, i Garybaldi, i Delirium, i Panna Fredda, i Jumbo, e gli Alluminogeni. Del 1972 sono anche i primi due dischi di Franco Battiato, ispirati alla musica concreta e minimalista con tanto di effetti sonori al limite del rumorismo, ottenuti grazie all’uso pionieristico del sintetizzatore VCS3.

Il successo estero

I lavori di maggior successo rimangono comunque quelli legati alla produzione dei gruppi più celebrati, i quali attirarono anche l’attenzione del paese in cui era nato il progressive. Il gruppo delle Orme, subito dopo l’uscita di Collage venne contattato dalla Charisma, l’etichetta dei Genesis e dei VDGG. Poco dopo, Pagliuca e soci riuscirono ad allacciare rapporti con Tony Stratton Smith scopritore dei Nice e dei Genesis e registrarono Felona and Sorona. Il testo in inglese della lunga suite fu composto da Peter Hammill, leader dei VDGG, che fu anche invitato ad aprire i concerti oltremanica della nostra band, in veste di “guest star”. Anche il Banco e la PFM furono avvicinati da ELP, in cerca di talenti per la neonata etichetta Manticore. Per l’adattamento dei testi la PFM riuscì a coinvolgere Pete Sinfield, guru e paroliere dei primi King Crimson. Il Banco incise in lingua inglese due album (Bancoe As in a Last Supper), la PFM arrivò ad inciderne tre (Photos of Ghosts, The World Became the World e Cook, quest’ultimo dal vivo). Il Banco, nonostante una tournée promozionale nel 1976, non registro’ vendite significative all’estero.

prog6La PFM invece riuscì ad avere successo nel difficile mercato statunitense, e tutti e tre i suoi dischi entrarono nella “Top Pop Catalog Albums” (nel 1992 divenuta Billboard 200), con l’album dal vivo che riuscì a raggiungere la 150a posizione. Ma fu in concerto che il gruppo consolidò la sua fama di compagine rock più celebre d’Italia. Storiche furono le quattro tournée americane, propiziate grazie all’impegno del promoter Franco Mamone che fu anche il manager del Banco del Mutuo Soccorso. Negli Stati Uniti una notevole partecipazione di emigrati rendeva i concerti della PFM una sorta di happening a tratti nostalgico, in cui la matrice mediterranea e popolare finiva puntualmente per manifestarsi (basta pensare alle citazione dalla tarantella napoletana Funiculì funiculà inserita nella versione live di Celebration). Per questo, anche con un pizzico di dispregio, il rock italiano fu battezzato dalla stampa specializzata statunitense “spaghetti-rock”. Il primo disco in lingua italiana ad essere pubblicato in Inghilterra e Germania Ovest nel 1972 fu il secondo album del Balletto di Bronzo, dal titolo Ys. Ma si trattava di un lavoro complesso e di difficile ascolto, che non ebbe il successo sperato nemmeno in patria.

Il periodo dei festival

La conferma che il biennio 1971-’72 fu percorso da un fermento musicale straordinario, è testimoniata anche dal numero di festival e raduni pop che si svolsero in tutta la penisola. Sulla scia del festival di Woodstock e dell’isola di Wight, Il 10 ottobre 1970 si tenne alle Terme di Caracalla di Roma il Festival Pop di Caracalla. La massiccia partecipazione di artisti progressive dimostrava le dimensioni che il fenomeno stava assumendo. Tra i gruppi che si presentarono al grande pubblico in quella occasione si possono citare Il Rovescio della Medaglia, i New Trolls, e i Trip. Si esibirono anche i due gruppi, che proprio in seguito all’incontro dietro le quinte del festival, si sarebbero uniti da lì a poco per dar vita al Banco del Mutuo Soccorso. Data la grande affluenza di pubblico, il festival venne replicato nel maggio dell’anno successivo, fornendo l’occasione di esibirsi ad altri gruppi, tra i quali gli Osanna.

prog4Parallelamente ai festival si andava costituendo una rete di riviste e trasmissioni radiofoniche, più o meno dedicate, che diedero un impulso alla nuova musica. Si possono ricordare in questo senso la celebre testata Ciao 2001, nata già nel 1969 dalla fusione delle due riviste giovanili Big e Ciao amici – la rivista Re Nudo, diretta da Cesare Monti che inizia le pubblicazione nel 1970, e il mensile Muzak, nato nel 1973, il quale si definiva «primo mensile di musica progressiva». Tra le trasmissioni radio fu importante soprattutto Per voi giovani di Renzo Arbore.

Proprio la rivista Ciao 2001, organizzò nel 1971 una Controcanzonissima, preceduta da un referendum tra i suoi lettori, allo scopo dare visibilità ai gruppi del movimento progressive, poco presenti nelle trasmissioni della RAI. All’evento, che si tenne nel gennaio 1972 al celebre Piper Club di Roma, furono chiamate a partecipare, tra gli altri, la PFM, Le Orme, i Trip, gli Osanna, Claudio Rocchi e i New Trolls. Nel 1971 il promoter Massimo Bernardi organizzò il 1º Festival di Musica d’Avanguardia e di Nuove Tendenze, che si tenne dal 27 maggio al 2 giugno in una tendopoli battezzata Pop City, allestita in una pineta vicino Viareggio. Si trattò di una vera e propria gara ad eliminazione che fu vinta da Osanna, PFM e Mia Martini. Parteciparono, tra gli altri, il Rovescio della Medaglia, gli Area, i Nuova Idea, la Formula 3 e i quasi esordienti Delirium. Il festival ebbe un grosso seguito, e negli anni a seguire furono organizzate altre tre edizioni. Numerosi festival si susseguirono fino al 1973: fra i più importanti ricordiamo il Palermo Pop ‘71 e il primo festival organizzato nel settembre 1971 dalla rivista Re Nudo, a Ballabio vicino Lecco, che vide tra i partecipanti il Rovescio della Medaglia, i Garybaldi e Claudio Rocchi. Quindi il Festival Pop di Villa Pamphili tenuto a Roma tra il 25 e il 27 maggio 1972 (con illustri ospiti stranieri, tra cui i VDGG) – che fu probabilmente l’evento di maggior successo e risonanza – e il Be-In di Napoli organizzato nel 1973 dagli Osanna.

La corrente del rock sinfonico e romantico

Le Orme, dopo Collage, diedero alle stampe altri lavori di ottimo livello, tra cui ricordiamo Uomo di pezza del 1972 e Felona e Sorona dell’anno successivo. Del 1974 invece è il loro disco live, In concerto – che tra l’altro è il primo disco italiano che documenta un concerto rock. Il Banco del Mutuo Soccorso toccò vertici mai più raggiunti con Darwin! del 1972 e Io sono nato libero uscito l’anno seguente, mentre la PFM produsse album notevoli fino alla soglia degli anni ottanta, tra i quali occorre segnalare almeno Per un amico (1972) e L’isola di niente (1974). Il Banco tentò anche un approccio multimediale ai suoi lavori, in particolare per l’album Come in un’ultima cena del 1976, portato in tour nei teatri con la collaborazione dei Danzatori Scalzi. Nell’ambito del rock teatrale, sforzi sicuramente più interessanti avevano fatto gli Osanna nel 1973 con la rappresentazione del loro album più maturo Palepoli. I New Trolls, dopo il celeberrimo Concerto grosso del 1971, bissarono l’esperienza nel 1976 con il Concerto grosso n. 2, anche questo composto dal maestro argentino Luis Enriquez Bacalov. Quest’ultimo merita senz’altro una citazione nelle vesti di autore di altre due opere di rock orchestrale, e cioè Contaminazione del Rovescio della Medaglia – uno sviluppo rock di alcuni spunti tratti dal Clavicembalo ben temperato di Bach – e Preludio tema variazioni canzona degli Osanna, quest’ultimo famoso soprattutto perché colonna sonora del film Milano calibro 9, un “poliziottesco“ del 1972 di grande successo. Nel 1974 Vittorio De Scalzi uscì dai New Trolls per formare gli N.T. Atomic System, che pubblicarono su 45 giri una bella rilettura in chiave rock del famosissimo poema sinfonico di Musorgskij, Una notte sul Monte Calvo. Due anni prima i Latte e Miele avevano portato a perfezione stilistica il canone della messa beat nell’album Passio secundum Mattheum di derivazione sinfonica.

prog8Il rock romantico, con le sue declinazioni sinfoniche, è stato il filone al quale sono appartenuti i gruppi di seconda schiera più prolifici e famosi. In tal senso si segnalarono i Trip, che produssero diversi ottimi lavori basati sul suono delle tastiere tra i quali spicca Caronte, i già citati Osanna che impressionarono a partire dal disco d’esordio L’uomo del 1971, i Delirium autori nel 1971 di Dolce acqua e protagonisti a Sanremo ‘72 con un giovane Ivano Fossati alla voce e al flauto, i Garybaldi di Nuda (1972) e Astrolabio (1973), e il Rovescio della Medaglia, di cui ricordiamo, oltre al già nominato Contaminazione, anche La Bibbia del 1971, buon disco d’esordio dalle sonorità hard e dai testi pretenziosi. Nel 1972 viene alla luce anche il disco “Dedicato a Giovanna G” degli Hunka Munka guidati da Roberto Carlotto (in seguito con i “Dik Dik”) e alle chitarre un giovanissimo Ivan Graziani.

prog9Attorno ai gruppi più rappresentativi, fino al declino del movimento coinciso con l’affermarsi del punk e della new wave, si formò una costellazione di gruppi minori, che spesso produssero un solo album o due. Alcuni di questi gruppi, pur difettando un po’ di originalità, realizzarono dischi di ottima fattura. Tra questi annoveriamo gli Alluminogeni, che incisero un buon album nel 1972 dal titolo Scolopendra, gli Alphataurus con un notevole disco d’esordio nel quale spicca il brano Peccato d’orgoglio, gli Alusa Fallax con il loro bellissimo unico lavoro, il Biglietto per l’Inferno con il sorprendente disco omonimo dalle sonorità ruvide e le doppie tastiere, i Goblin noti anche all’estero per la celebre colonna sonora di Profondo rosso, i Jumbo che diedero alle stampe tre validi LP tra cui l’ottimo concept DNA (1972), i Museo Rosenbach autori della travisata opera prima Zarathustra, i Pierrot Lunaire artefici di due interessanti dischi di diversa ispirazione, Quella Vecchia Locanda per i due 33 giri di progressive melodico tra i quali spicca il primo, e i Raccomandata con Ricevuta di Ritorno autori di un sottovalutato unico album. Una menzione a parte meritano i Metamorfosi artefici di una delle perle del progressive sinfonico, Inferno del 1973, che esprime una musica a tratti epica dominata dalle tastiere di Enrico Oliveri e dalla voce carismatica del cantante Davide “Jimmy” Spitaleri, e la Locanda delle Fate che nel 1977 incise Forse le lucciole non si amano più, uno degli ultimi album di buon livello del progressive anni settanta.

Una citazione infine per gli Acqua Fragile, gli Ibis con il disco d’esordio, i Maxophone per il loro album omonimo, gli Opus Avantra e gli Osage Tribe, L’Uovo di Colombo per il loro unico LP, il duo Rustichelli e Bordini, con le tastiere del primo in grande spolvero, e il supergruppo Il Volo per il loro primo disco.

Le altre correnti

prog10Attorno al filone principale del rock sinfonico ci furono molti artisti che svilupparono altre tendenze musicali, alcuni con grande successo anche all’estero. Gli Arti e Mestieri, insieme al Perigeo, rappresentarono l’avanguardia progressive che contaminava il suono di Canterbury con il jazz rock. Dei primi ricordiamo Tilt (immagini per un orecchio), pubblicato nel 1974, e Giro di valzer per domani (1975). Del Perigeo invece citiamo l’ottimo Abbiamo tutti un blues da piangere del 1973 e il successivo Genealogia, in cui spicca il brano Via Beato Angelico. Più difficile è l’inquadramento degli Area dal momento che la loro musica era la sintesi di molte scuole musicali, tra le quali la musica greca ed araba, e il free-jazz. Il gruppo nacque quasi casualmente, durante le sessioni di registrazione dell’album Radius, un brano del quale si chiamava proprio Area. La band incise nel 1973 un ottimo album d’esordio, Arbeit macht frei che conteneva il pezzo Luglio agosto settembre (nero), seguito da Caution Radiation Area (1974) e poi da Crac!, quest’ultimo contenente La mela di Odessa (1975). Superando la dimensione estetica dell’«arte per l’arte», gli Area fecero della loro musica anche uno strumento di militanza politica, così come già da tempo stavano facendo gli Stormy Six, altro gruppo progressive dell’area milanese, attivo sin dal 1969. Di quest’ultimo gruppo si ricordano L’unità del 1973, seguito due anni dopo dall’ottimo Un biglietto del tram, con la celebre Stalingrado/La fabbrica.

Altri gruppi, meno politicizzati ma parimenti impegnati nella denuncia sociale, si proponevano di riattualizzare la musica popolare, come il Canzoniere del Lazio, gruppo d’ispirazione folk di cui ricordiamo Quando nascesti tune (1973), e i Napoli Centrale con l’omonimo album d’esordio (1975). Questi ultimi, guidati dal capobanda James Senese alla voce e al sax – particolarmente ispirato nel brano Campagna – ripescavano nei canovacci della canzone napoletana tradizionale, muovendosi all’interno di un vasto movimento culturale di recupero di cui facevano parte anche gli Osanna, e a cui aderì un giovane Alan Sorrenti. Egli fu autore di un interessante opera prima, Aria del 1972, nella quale coniuga la spinta innovativa con lo stile intimista del cantautore, mostrando l’uso virtuoso della voce (ad esempio nel brano Vorrei incontrarti) seguendo la lezione di Tim Buckley. Il fenomeno non fu isolato, visto che alla stessa categoria si possono accostare anche le opere di Fabrizio De André, tra i più maturi e validi in assoluto sotto il profilo letterario. Tra questi segnaliamo tutti i concept album prodotti in piena epoca d’oro del progressive, da La buona novella (1970) nel quale suonarono tutti i musicisti che avrebbero formato la PFM, a Storia di un impiegato (1973), pur rimanendo album del genere cantautorale. A questa suggestione indugiarono altri cantautori atipici perché provenienti dalla cultura musicale psichedelica, ad esempio Claudio Rocchi (che era stato bassista degli Stormy Six) con i suoi lavori mistici degli esordi, soprattutto Volo Magico n. 1 del 1973. Ancora altre influenze si trovano in artisti come Angelo Branduardi, la cui opera (non sempre classificata come progressive) traeva spunto dalla tradizione del folk celtico e della musica medioevale.

prog7Di interessante valore culturale è l’opera rock Orfeo 9 di Tito Schipa Jr., incisa su doppio LP, e documentata in un film sperimentale. Il film era stato prodotto dalla RAI, ma l’argomento tabù della droga, spinse il film e l’intero progetto musicale nell’oblio. Con 35 anni di ritardo all’opera viene concessa la ribalta, e il film viene proiettato al Festival di Venezia del 2008. Anche i Giganti, gruppo reduce dall’epopea beat, avevano prodotto nel 1971 un lavoro in forma di concept dal tema altrettanto scottante (in questo caso la mafia), intitolato Terra in bocca, osteggiato dalla RAI e finito senza alcuna eco. Tra i pochi album progressive di artisti dal grande successo commerciale possono considerarsi Amore e non amore di Lucio Battisti, pubblicato nel 1971 e nel quale suona la futura PFM, e due dischi dei Pooh in cui sono presenti anche due suite, la prima contenuta in Parsifal del 1973, la seconda in Un po’ del nostro tempo migliore del 1975 (Il tempo, una donna, la città). Discreto anche il successo commerciale dell’album Sognando e risognando della Formula 3, anche loro nel cerchio dei musicisti battistiani.

Una piccola pattuglia di gruppi cercò anche di coniugare il rock progressivo con le avanguardie musicali, dando vita a lavori sperimentali di non facile ascolto. Tra queste esperienze citiamo i dischi degli Aktuala, che facevano ricorso alle suggestioni della musica etnica secondo la lezione dei Third Ear Band, e i Pholas Dactylus, con il Concerto delle Menti, loro unico lavoro tutt’altro che commerciale. Di nicchia sono da considerare i pochi lavori pubblicati dai gruppi che si ispiravano all’avanguardia elettronica e al Krautrock dei Tangerine Dream e Ash Ra Tempel. In questa corrente può essere inserito l’album dell’Albergo Intergalattico Spaziale, il cui nome derivava dal locale romano in cui il duo si esibiva con spettacoli multimediali, il decadente Infinity proposto nel 1971 dai Planetarium, e i lavori dei Sensations’ Fix. Un posto a sé stante meritano gli Jacula e gli Antonius Rex, interpreti di un curioso connubio di musica dark ed esoterismo, dei quali menzioniamo il brano U.F.D.E.M. tratto da Tardo pede in magiam versus del 1972. Franco Battiato infine ha attraversato tutti gli anni settanta con album in chiave sperimentale, spesso controversi (pensiamo a Fetus e Pollution, dedicati allo scomodo intellettuale Aldous Huxley) e di limitato successo commerciale, che però hanno segnato indelebilmente il decennio come alcune tra le opere più emblematiche.

Le ristampe dell’Estremo Oriente

All’inizio degli anni ottanta la musica progressiva italiana venne scoperta e valorizzata in Giappone. Tra il 1981 e il 1982 il paese del Sol Levante cominciò ad importare i titoli più celebri del progressive italiano. Il successo fu talmente grande da accendere un vero e proprio mercato, con i collezionisti nipponici più facoltosi disposti a pagare gli album più rari anche diverse centinaia di mila lire a pezzo. Le case discografiche italiane non avevano più in catalogo i titoli dei gruppi progressive, da cui l’iniziativa di alcuni mercanti di vinile italiani che rastrellarono tutto ciò che trovavano per portarlo in estremo oriente. Non badando all’aspetto legale dei diritti, alcune etichette locali (tra queste Arcangelo, Belle Antique, Strange Days) doppiarono e ristamparono in proprio gli album più ricercati utilizzando il meglio delle tecnologie di incisione e dei materiali per sfornare prodotti di assoluto valore. Le ristampe giapponesi sono vinili dalla resa sonora superiore persino alle stampe originali, con copertine dalla grafica impeccabile spesso realizzate in cartone duro e indeformabile, buste interne plastificate, e libretti con foto e testi. Un fenomeno analogo, anche se di minore entità, si è verificato anche in Corea.