Futuro Remoto, I racconti Futuro remoto

Futuro Remoto_Annamaria Gallone

_Il fascino dell’Africa è dovuto anche ai suoi tanti aspetti contradditori: l’Economist che solo dieci anni fa ne celebrava i funerali, oggi la descrive come il Continente del futuro e fornisce i dati che provano come alcuni dei Paesi africani si stiano sviluppando a un ritmo doppio, rispetto ai così detti Paesi industrializzati. E al tempo stesso, per molte popolazioni africane, per poter avere un futuro, oggi l’uomo può solo guardare, al suo passato, alle sue radici. Secondo un proverbio egiziano, il seme non può germogliare verso l’alto… senza che al tempo stesso le sue radici si estendano verso il basso, perché chi non ha un passato non ha un futuro.

Ed è proprio attraverso i proverbi che possiamo capire quanto la concezione del tempo differisca profondamente rispetto a quella del resto del mondo. Secondo un detto congolese: Dio ha dato gli orologi agli svizzeri, il tempo agli africani. Gli africani vivono gli eventi e non guardano l’ora, con la convinzione che: gli eventi partono e finiscono quando i tempi sono maturi.

In verità il tempo non esiste, esiste solo nel momento in cui si decide di misurarlo. In Africa spesso i passanti ti fermano per chiederti semplicemente di chiacchierare con loro, anche se sei straniero, con il desiderio di passare il tempo insieme, insegnandoci che bisogna trovare il tempo di godersi il tempo.

Tutto questo, in modo diretto o trasversale, l’ho trovato nei testi dei giovani africani che ho letto in occasione del concorso di letteratura organizzato da Energheia. Tradizione e modernità, il villaggio e la nuova realtà urbana, griot del passato e del futuro, protesi a raccontare la “loro” Africa.

E la città di Matera, luogo magico fuori dal tempo, è stata la cornice di questa straordinaria esperienza.